Wozniacki, maratoneta da… incubo

Woz maratona

Corri, che ti passa. Decidere di correre la maratona di New York del prossimo 2 novembre a Caroline Wozniacki, ex-n.1 del mondo di tennis e recente finalista agli Us Open, è servito per dimenticare la love story finita male a un passo dalle nozze con il n.1 del golf Rory McIlroy. Ma ora il farmaco podistico sta provocando spiacevoli effetti collaterali. «Ho sognato che morivo prima ancora di iniziare a correre – ha raccontato la bionda danese alla CNN – oppure che mi spingevano al traguardo su una sedia a rotelle. Ma non per questo ho cambiato idea». La Wozniacki, risalita al n.9 del ranking dopo anni opachi, è stata mollata da McIlroy nel giugno scorso, appena prima di Wimbledon. L’allenamento da runner, sostiene, le è stato utilissimo per uscire dalla depressione sentimentale «A giugno ero a Eastbourne e dissi a mio padre: ‘Ehi, penso che correrò la maratona di New York’. ‘ No che non lo farai’, mi ha risposto. Allora ho telefonato al mio agente John Tobias e gli ho chiesto di trovare una organizzazione benefica da aiutare, e anche lui mi ha risposto sullo stesso tono: ‘Divertente, come battuta’. Ma io gli ho spiegato che non stavo affatto scherzando». Detto fatto. La “charity” per cui correrà la Wozniacki si chiama ‘Team for Kids’ e si offre di aiutare i ragazzi meno fortunati a svolgere attività sportiva; Caro, nel frattempo, il suo beneficio lo ha già ottenuto. «A metà di questa stagione ho passato un periodo difficile, uscire ogni giorno per andare a correre mi è servito a sgombrare la mente. E poi aumenta l’autostima e ti mantiene in forma». Il caso di una sportiva di vertice ancora in attività che decida di affrontare un impegno durissimo come la maratona è abbastanza raro. Il suo collega Andy Murray, un fanatico del fitness, ha più volte detto che ha intenzione di farlo, ma solo a carriera conclusa, mentre Jenson Button, il pilota della McLaren, partecipa regolarmente a gare di “Iron Man”: in macchina però sta seduto. Mark Webber, l’ex driver della Red Bull, nel 2008 si fratturò invece un gamba durante un’uscita in Mountain Bike. «Credo che correre una maratona sia soprattutto una questione mentale – si difende Caroline, che quest’anno ha già affrontato la mezza distanza in allenamento – Io ho in mente il risultato che voglio ottenere, ma non lo dico. Ho solo chiesto agli amici di presentarsi all’arrivo con tanta cioccolata e molti dolci». Occhio, Caroline: mangiare pesante fa fare spesso brutti sogni.

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