Michael Schumacher torna a casa. Non è l’annuncio di una vittoria, ma il tragitto di circa 40 chilometri che ha compiuto ieri vale più di tutte le pole position e dei trofei che il sette volte campione del mondo conserva nella sua villa da 30 milioni di euro a Gland, in Svizzera, sulla riva del lago di Ginevra. Le condizioni fisiche di Schumi, secondo i medici dell’Ospedale Universitario di Losanna dove l’ex-ferrarista era stato trasferito a metà giugno dopo l’uscita dal coma indotto a causa del devastante incidente sulle nevi del 29 dicembre a Meribel e dei due interventi chirurgici, nelle ultime settimane si sono sufficientemente stabilizzate, così è arrivato l’ok definitivo.
«Michael ha ancora davanti una strada lunga e difficile», ha avvertito nel comunicato ufficiale la responsabile stampa di Schumacher, Sabine Kehm. «Ma considerata la gravità dell’infortunio nelle ultime settimane e mesi sono stati fatti dei progressi. La sua riabilitazione continuerà a casa. Vogliamo ringraziare l’intero staff della clinica di Losanna per il suo lavoro e la sua competenza. Chiediamo il rispetto della privacy e che si evitino speculazioni sullo stato di salute di Michael». Nel comunicato viene specificato che non ci sono stati significativi cambiamenti nelle condizioni di Schumi, che restano quelle rese note negli ultimi tre mesi: Michael alterna stati di sonno e di veglia ed è in grado di comunicare con i medici, e soprattutto con la moglie Corinna e i tre figli attraverso sporadici movimenti delle ciglia. Ma nulla di più.
Restano immutati i dubbi sul recupero, completo o parziale, sul quale i medici sono apparsi spesso scettici. Tornerà a parlare? Sarà capace di camminare e vestirsi da solo? Secondo alcune fonti vicine alla famiglia in autunno Schumi potrebbe essere in grado di sedersi su una speciale sedia automatizzata che sarebbe in grado di controllare con i movimenti di occhi e bocca, ma la Kehm ha chiarito che a Gland non sono state effettuate ristrutturazioni particolari, di cui pure si era parlato negli ultimi tempi. Per tutelare la sua privacy, prima Grenoble dove era stato trasportato d’urgenza, poi a Losanna, nella speciale unità chiamata “Le Jardin du Sens” sono state prese del resto tutte le possibili precauzioni: una tenda davanti alle finestre per scoraggiare i paparazzi, persino la richiesta agli infermieri e ai sanitari di consegnare il cellulare prima di ogni medicazione per evitare scatti indiscreti. Specie dopo il furto delle cartelle mediche scoperto nello scorso agosto.
Che Michael torni quello di una volta è molto difficile, quasi impossibile. Testimonianze anonime raccolte dai media tedeschi, Bunte e Bild in prima linea, parlano di uno Schumacher dimagrito di venti chili, sottoposto quotidianamente a quattro ore di elettro-stimolazione per impedire l’atrofizzarsi della massa muscolare, collegato a tubi e cavi che lo aiutano a respirare nel sonno, a nutrirsi, a liberarsi dei residui corporei. Raccontano capelli che lentamente tornano a crescere attorno al zig zag delle cicatrici disegnato sul cranio del pilota dalle due operazioni chirurgiche che sono state necessarie per ridurre gli ematomi e salvargli la vita. Un risultato che nelle prime ore dopo l’incidente era apparso tutt’altro che scontato. «Schumacher dipende ancora dall’esterno 24 ore al giorno – ha scritto ‘Bunte’ la scorsa settimana – e nessuno azzarda previsioni su quanto tempo passerà prima che possa recuperare funzioni come parola e la memoria».
Secondo il professor Pieter Vajkoczy, uno specialista del Charite Hospital di Berlino, «se si ha la disponibilità per realizzare a casa una struttura riabilitativa completa di palestra e di staff qualificato, il recupero non è da escludere». I soldi per Schumi non sono certo un problema: durante la carriera è arrivato a guadagnare anche 120 milioni di euro, e anche dopo i due ritiri i contratti pubblicitari hanno continuato ad affluire. In questi mesi la F.1 gli si stretta attorno, ma la grande medicina è stata la fede incrollabile della moglie. «Corinna è felice dei progressi – sostengono persone vicine alla famiglia – e non considera nulla che non sia un pieno recupero di suo marito». Accelera, campione.
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