Da Borg a Nadal, l’evoluzione del Cannibale

Spain's Nadal receives his trophy from former Swedish tennis champion Borg at French Open tennis tournament at Roland Garros in Paris

Da Borg a Nadal, dai mitici anni ’70 all’iperbolico terzo millennio. Da un Cannibale all’altro (da Il Corriere dello Sport). Nell’abbraccio di domenica pomeriggio sul centrale del Roland Garros è come precipitata la storia del tennis: ‘IceBorg’ ha consegnato il trofeo al ‘Nino’, passandogli anche simbolicamente le consegne. Perché Bjorn e Rafa non sono solo i due più grandi specialisti della terra battuta della storia – 6 titoli a Parigi per lo svedese, 9 per lo spagnolo – ma anche due dei più grandi tennisti in assoluto, senza distinzioni di superficie. I cinque Wimbledon vinti da Borg, i due di Nadal che ha trionfato due volte anche a New York e una in Australia, stanno lì a dimostrarlo. Simili, eppure diversissimi. «Borg è l’uomo che ha cambiato il nostro sport – ha riconosciuto Nadal – tutti noi dobbiamo essergli grati». Domenica l’erede ha definitivamente superato l’antenato vincendo il quinto Roland Garros consecutivo – Borg era arrivato a quattro -, le loro storie restano però divise da un solco che le rende insieme parallele e non paragonabili: il Tempo. «Non è possibile dire chi sia stato il più grande fra Borg e Nadal perché hanno vissuto in epoche troppo lontane», spiega Paolo Bertolucci, ex n.12 del mondo proprio ai tempi di Borg e voce di Sky. «Racchette, materiali, superfici, sistemi di allenamento, tutto è cambiato. Anche i dettagli minimi: le scarpe, visto che quelle di oggi vanno da sole; le corde, le palle – noi giocavamo con delle Tretorn durissime. Nessuno di noi girava con il preparatore atletico, e prima di scendere in campo mangiavamo un filetto. Oggi hanno il nutrizionista…». Sia Borg sia Nadal sono stati però capaci di rivoluzionare il tennis del loro tempo. I due “imperatori del top-spin” come li definisce Luca Bottazzi, n.133 del mondo nel 1985, oggi commentatore di Eurosport e Sky e scienziato del tennis. «In realtà Borg non metteva così tanto top-spin nei colpi, perché le racchette di legno non lo consentivano. Basta pensare alla seconda palla di servizio: McEnroe attaccava quella di Borg, perché non “saltava”, oggi la seconda di Nadal arriva in tribuna». Le somiglianze però vincono sulle differenze. «Tanto che li unisce una linea di “sangue” di eccellenza nella quale non entrano altri grandi “terraioli” come Lendl, Vilas, o Muster», continua Bottazzi. «Borg e Nadal sono stati senza dubbio i due più grandi atleti della storia del tennis. Borg era una gazzella (ai tempi battè anche il primatista mondiale dei 400 ostacoli Edwin Moses in una gara di mezzofondo, ndr), un atleta naturale, Nadal è più costruito. Tutti e due sono ottimi servitori ed eccellenti risponditori. E tennisti intelligenti, capaci di evolversi, di utilizzare più “modelli di gioco”. Perché entrambi hanno imparato da n. 2 del mondo: McEnroe e Federer sono sempre stati uguali a se stessi, mentre il Borg che ha vinto la prima volta a Parigi nel ’74 non era lo stesso che ha sorpreso tutti con il servizio a Wimbledon nel ’79, e anche Nadal ha adattato il suo gioco per vincere sul cemento. Rafa ha inventato il tiro alto-forte: lui colpisce la palla alta perché rimbalzi alta, con una parabola particolare. Entrambi poi hanno stravolto il tennis dal punto di vista psicofisico: Borg, come Nadal, aveva la straordinaria capacità di giocare nel presente. E di accettare l’errore, in modo che non lasci traccia». Borg si è però ritirato a 26 anni, nell’83, tentando poi un fallimentare rientro nel ’91. Rafa, a 28 anni, ha raggiunto Sampras a quota 14 Slam e non ha nessuna intenzione di fermarsi. «Se vogliamo usare uno slogan – conclude Bottazzi – possiamo dire che conta l’amore: Rafa ama di più il tennis di Borg». Bjorn il freddo si è fermato a 11 Slam, Rafa il caldo, secondo Mats Wilander vincerà almeno altri due Roland Garros. «E se non incapperà in altri infortuni può sicuramente arrivare ai 17 titoli di Federer», sostiene Bertolucci. Il Più Grande? Provate a chiederlo a Borg.

 

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