Errani, black out totale

Italy's Sara Errani reacts after winning

Sara Errani è una Formica Atomica ma ieri il suo reattore era scarico. Perché anche le Formiche, quelle che sulla spalle sanno portare una casa, ogni tanto si stancano (da La Stampa). Errani humana est, e ieri nei quarti di finale del Roland Garros contro una Andrea Petkovic diabolica nello sfruttare i cali di energia di Sarita con schiaffoni di rovescio lungolinea che facevano male anche solo a vederli dalla tribuna, non aveva pile magiche da cui pescare una scintilla di speranza. Risultato: 6-2 6-2 per la tedesca dal sorriso bello come una cascata in appena un’ora e cinque minuti, a metà di un pomeriggio prima piovosissimo (si è iniziato a giocare solo alle 16 e 56), poi ventoso, spruzzato di pioggia sottile, alla fine bagnato di sole. Sara, che da lunedì scenderà al n.14 Wta, è entrata bene in entrambi i set, 2-0 nel primo, 2-1 nel secondo con due break sul servizio dell’avversaria; ma a parte quei due sprazzi ha sempre sofferto – a dire il vero senza cercare troppe variazioni – il tennis potente e piatto di Andrea, le sue linee dirette che la tagliavano fuori dallo scambio. Le risposte saettate con i piedi ben dentro il campo su un servizio che ieri ha mostrato tutta la sua gracilità. Addio seconda semifinale di fila a Parigi. A Madrid un mese fa l’aveva spuntata Sara, oggi contro la judoka romena Halep se la giocherà la tedesca nata a Tuzla (Bosnia) che ama Goethe e Che Guevara e che peraltro, prima di una serie di infortuni che hanno minacciato di spezzarle la carriera, era arrivata fino al numero 9 del mondo. «Ma il problema non è stato la Petkovic, sono stata io», ha commentato amara Sara, con un azzurro scarico persino nello sguardo. «Non sentivo le gambe, i quadricipiti non spingevano, non riuscivo a ingranare. In campo non ero io, e me ne ero accorta prima del match: non ero neppure tesa. E’ stato un black-out di energie fisiche ma anche mentali». Iniziato a Roma, con la fatica per il singolo e il doppio giocati insieme («come fare match 3 su 5 ogni giorno»), continuati qui a Parigi nei primi match. «Già con Jankovic in ottavi ero morta, ma grazie al mio sistema nervoso ero riuscita a trovare qualcosa. Stavolta no. Del resto nel calcio ci sono i cambi, qui ci sono solo io». Ora la aspetta una vacanza di una settimana, poi nuovi allenamenti in vista di Eastbourne. «Se penso di rinunciare al doppio in futuro? Per ora no. Poi magari cambierò idea». I doppi turni possono stroncare anche gli elefanti, non solo le formiche.

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