Il suo boss, John Booth, ha definito «grandiosa» la sua prestazione a Monte-Carlo, Eric Boullier e Bob Fernley della Foce India hanno avuto parole di apprezzamento per lui, Fernando Alonso è sicuro che lo aspetti «una grande carriera in F.1». Per il bi-campione mondiale, Jules Bianchi – perché è di lui che si parla – del resto non è certo una scoperta dell’ultimo minuto (da Italiaracing). «A Maranello passiamo molto tempo insieme, giochiamo a calcio, andiamo in bicicletta, viaggiamo insieme per raggiungere i GP, quindi sonofelice per lui e molto orgoglioso dei risultati che sta ottenendo. Ma è da tempo che non ho dubbi sulle sue qualità. Spero che l’anno prossimo abbia una macchina più competitiva che gli permetta di mostrare tutte le sue qualità». Magari una macchina dipinta di rosso. «Be’, se alla Ferrari decidessero che hanno bisogno di lui – ha buttato lì Booth, team principale della Marussia – Jules è pronto».
Non è stata solo la grande di Monaco, dove il francese ha raccolto i primi, storici punti per la Marussia rimontando dal fondo della griglia dove era finito a causa di una penalizzazione, a convincere il paddock delle qualità del driver uscito dalla accademia Ferrari. «Io comincio solo a comprendere l’importanza dei due punti che ho guadagnato», ha ammesso il diretto interessato in una intervista a L’Equipe il giorno dopo la sua impresa monegasca. «Credo che saranno in grado di dare un po’ di respiro alla Marussia, che può godersi un po’ di vantaggio sulla Caterham. E poi non posso negare che vedere che sono apprezzato anche da persone che lavorano per altri team mi fa piacere. Anche le parole di Alonso mi hanno fatto felice, ora grazie alla Ferrari sto iniziando a conoscerlo meglio, e come lui è contento per me io gioisco quando lo vedo salire sul podio».
Per la Marussia Jules ha parole di grande rispetto («io ho fatto bene al volante, ma senza una macchina all’altezza non sarebbe stato possibile»), ma inevitabilmente non è insensibile ai nuovi orizzonti che gli si sono aperti davanti. «La Ferrari? E’ un argomento delicato. Non è facile rispondere adesso. Di sicuro io voglio migliorare, vivere di nuovo esperienze come quella di Monte-Carlo. Se la Marussia mi fornirà una macchina competitiva io sarò contento di rimanere con loro». E sottolinea il “se”. La scuderia russa da Barcellona in poi ha in effetti fatto progressi. «Il nono posto è frutto anche dei molti ritiri che ci sono stati – concede Bianchi – ma la MR03 è migliorata dopo i test di Barcellona. Lo abbiamo capito quando Max (Chilton, ndr) ha fatto segnare il miglior tempo, anche se con gomme diverse dagli altri. Siamo più veloci, e più sereni, possiamo avvicinarci alla Sauber. Io stesso avevo un ritmo non troppo lontano da quelli della Lotus o delle Williams». Sulle lamentele di Kobayashi, che lo avrebbe voluto vedere penalizzato per il suo attacco coltello fra i denti nelle stradine del Principato, non è d’accordo: «ho rivisto la gara e ho trovato che il mio attacco sia stato bello. E’ stato “muscoloso”, è vero, ma se dovessimo aspettare di avere tre macchine di spazio per passare, non vivremmo più i moneti che fanno bella la F.1, specie in un posto come Monaco». Unico rammarico del weekend in costa azzurra, il tanto tempo speso con i media dopo la gara: «mi è dispiaciuto non riuscire a passare più tempo con i meccanici, ma i giornalisti mi hanno letteralmente sequestrato». Sono i guai della fama e della bravura. Dovrà abituarsi anche a quelli, il giovane Jules.
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