F.1 grottesca: è veloce come la Gp2

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E chi l’ha detto che per fare bella figura in F.1 servono Vettel o Alonso, budget faraonici, tecnologie spaziali, staff di centinaia di addetti e decine di progettisti geniali chini sul computer alla ricerca dell’ultima diavoleria motoristica o aerodinamica? (da italiaracing)

No, per finire con un onorevolissimo 17 esimo posto nelle libere di oggi a Montmelò sarebbe bastata una ruggente Dallara GP2 e un motore da 600 cv, e al volante Stephane Richelmi della Dams. Cioè il pole della serie cadetta che con il tempo staccato in qualifica (1’29”293) oggi nelle libere della Massima Serie sarebbe stato davanti alla Lotus di Romain Grosjan (1’29”463) alle Marussia di Jules Bianchi (1’29″991) e Max Chilton (1’31″148) e alle due Caterham di Kobayashi ( 1’31″338) e Ericsson ( 1’31″586). E appena dietro alla Force India di Sergio Perez (1’29”129). Insomma, va bene che si trattava di libere – e che magari domani in qualifica i tempi cambieranno drasticamente – ma non si sa se ridere o piangere. Se si tratta di una tragedia (agonistica e regolamentare) o della comica finale: la F.1 degli stramiliardi e degli strabudget, dei grandi gruppi come Mercedes, dei marchi mondiali come Red Bull, delle scuderie da leggenda come Ferrari e McLaren, che con una cospicua percentuale dei suoi concorrenti fatica a staccare performance migliori di un campionato monomarca.

Di chi è la colpa?, chiederebbe il grandissimo Boskov, ma qui non c’è nessun Pagliuca a recitare da capro espiatorio. O meglio, secondo Sergio Perez il colpevole c’è, ed è la Pirelli. «Il problema è che la Pirelli non ci sta aiutando affatto – ha dichiarato Perez a Crash.net – Non ci aiuta a spingere, a divertirci al volante. Le macchine hanno meno carico aerodinamico rispetto allo scorso anno, ma loro stanno portando in pista delle mescole molto dure, con il risultato che si scivola troppo, specie quando sei appena dietro ad un altro. Credo sia perché sono molto preoccupati per il graining, ma se guardiamo ai tempi che fanno in GP2 è veramente imbarazzante, considerati i budget: loro spendono otto volte meno di noi e sono più lente appena di un secondo, un secondo e mezzo. Bisogna che la Pirelli sia un po’ più aggressiva, perché domenica ci sarà una gara dove tutti strano uno in fila all’altro e lo spettacolo in tv rischia di essere noioso, non una buona pubblicità per la F.1».

Imbarazzante, ecco la parola giusta. Va bene pensare al progresso, alle emissioni, agli interessi delle grandi case, ma una F.1 così rischia di trasformarsi in una barzelletta, altro che sport. Si ciancia tanto di riduzione dei costi, e poi ci si fa bagnare il naso da team che gli stipendioni, i motorhome galattici, le strutture faraoniche dei signori del Circus non li hanno mai neanche visti con il cannocchiale.

E’ davvero ora di farsi una domanda, questa sì, molto seria: ma una F.1 silenziata eppure costosissima, complicatissima ma noiosa, che usa superpiloti come Hamilton, Alonso o Vettel per completare degli economy-run a velocità da serie minori, a chi diavolo serve? E soprattutto, a chi diavolo interessa?

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