Fabio Fognini, lei è il n.13 del mondo e il n. 1 dell’Italia di Davis che da venerdì a Napoli si gioca i quarti di finale contro la Gran Bretagna di Andy Murray. Sognare la semifinale è lecito?
«E’ un sogno che abbiamo tutti. Negli anni si è costruito un buon gruppo, abbiamo dimostrato di poter battere nazioni importanti. Ma attenti, la Gran Bretagna non è solo Murray: hanno un buon doppio, il loro n.2, Ward, contro gli Usa ha battuto Querrey. Non sarà facile».
– Lei e Murray siete nati a 9 giorni di distanza: che tipo è?
«Come giocatore fortissimo. Umanamente molto chiuso, introverso. Diverso da noi latini».
– In campo è più rognoso Fognini o Murray?
«Ecco, me lo sono chiestoquando su Twitter mi sono beccato una marea di insulti dopo il match con Nadal. Andy in campo è un piagnucolone, manda tutti a‘vaffa‘, Però se lo faccio io lo notano tutti, se lo fai lui, nessuno. Mica giusto».
– Be’, lei è più spettacolare…
«E sbaglio, lo so. Mio padre è il primo a farmi i cazziatoni quando mi comporto male. Malui sa che in quei momenti io soffro, mi sento frustrato. Reagisco così, è più forte di me. Ma sono migliorato, e i risultati si vedono».
Le critiche la fanno arrabbiare?
«No, perché ci sono abituato»
– Vediamo se è superstizioso: il numero 13 nel ranking porta bene o porta male?
«Porta male. Nel senso che è meglio il 12…».
– Ci arrivò Bertolucci, il terzo italiano di sempre dopo Panatta e Barazzutti nell’era Open. Ne avete parlato?
«No, però mi ha mandato un sms: “hai messo la freccia”».
Ha ragione?
«Devono dirlo i risultati, ma io mi sento pronto per la top-10. Non mi manca niente».
Haas, ex.n.2 del mondo, dice che si diverte a vedere giocare solo lei e Dolgopolov. Concorda?
«Belle parole, ringrazio. Aggiungerei Monfils. Il tennis è anche spettacolo, la gente paga un biglietto e io cerco di farli divertire».
Cosa la rende un ottimo davisman?
«Mi sono sempre piaciute le gare a squadre, e la Davis è speciale: giocare per la nazionale mi attizza. Poi sono uno che assorbe energia dal pubblico».
Sacrificherebbe uno Slam o il n.10 per la Coppa?
«Adesso no. Se vincerò uno Slam gli obiettivi cambieranno».
Che Slam vorrebbe?
«Il Roland Garros. Perché sono nato sulla terra».
Fra Indian Wells e Miami ha giocato bene e scherzato con con i delfini: si sente pronto a nuotare anche sul cemento?
«Era uno degli obiettivi di stagione, ci sto riuscendo, ma devo essere più continuo perché i punti si fanno soprattutto lì. Con i delfini mi sono divertito, però un po’ facevano paura».
Le piaceva Marat Safin il russo tutto talento e follia come lei?
«Un grande: vinceva e poi si divertiva. Con lui avevo un buon rapporto».
E’ il Safin italiano?
«In miniatura. Lui è stato n.1 del mondo: ho un 3 di troppo».
Fuori dal tennis chi le piace?
«Valentino Rossi. Sono andato a vederlo un paiodi volte. Le moto sono uno sport da pazzi, fanno per me. Anche Marquez non scherza».
Lei giocava a calcio, pentito di aver scelto il tennis?
«Credo che avrei fatto bene anche da calciatore. Sono una mezza punta alla Sneijder».
Arrabbiato con la sua pazza Inter?
«Abbastanza: non battiamo neanche il Livorno. A Guarin ho mandato certi accidenti. Se avessi i soldi cambierei mezza squadra».
Senta, lei è un bello, fa strage di donne…
«Eccoci… vuol sapere della Pennetta? Quante volte facciamo l’amore?»
A sua discrezione.
«Non smentisco e non confermo. Ci frequentiamo. Flavia è una ragazza solare, che sa stare in compagnia».
Per finire: ma lei che numero di classifica si sente davvero addosso?
«Il 10. Ma quello di Maradona».
Rispondi