Stavolta per l’Italia l’Argentina vale un Perù. Da domani sulla terra del “Patinodromo” di Mar Del Plata gli azzurri si giocano infatti il passaggio ai quarti del World Group (la Serie A) della Coppa Davis e stavolta l’impresa, anche se tutt’altro che scontata, non è impossibile (da La Stampa). Corrado Barazzutti ha convocato per la sfida Fabio Fognini, neo-numero 15 del ranking Atp (il primo italiano, proprio dopo Barazzutti nel ’79, a salire così in alto), Andreas Seppi (31), Filippo Volandri (73) e Simone Bolelli, precipitato al n.320 dopo l’operazione al polso e in cerca di riscatto, per ora come doppista. Davanti non avremo lo spauracchio del n.4 del mondo Juan Martin Del Potro, anche lui alle prese con un polso dolorante e in perenne lite con la federazione, ma un team esperto e tosto, anche se dal carisma sbiadito dopo il ritiro di Nalbandian: l’ex top-10 Juan Monaco (oggi n.40), Carlos Berlocq (44), Horacio Zeballos (66) e il doppista Edoardo Schwank (343). L’”albiceleste” negli ultimi 5 anni ha perso solo una volta in casa e insegue la Davis, mai alzata neppure da Vilas, come un’ossessione. L’unico precedente risale al 1983: 5-0 proprio per Vilas e Clerc al Foro Italico nel malinconico passo d’addio di Panatta & Co. Con il rientro dell’eterno Volandri si rafforza la vocazione terricola di una squadra che con Seppi e Fognini deve dimostrare di saper tenere i nervi a posto e battere, per la prima volta dopo la promozione in A, avversari di classifica più bassa. E per giunta in trasferta, superando il tifo torrido e spesso provocatorio dei gauchos. Il premio sarebbe un ‘quarto’ casalingo contro Usa e Gran Bretagna; il sogno una semifinale probabilmente contro la Svizzera del figliol prodigo Federer. Ma prima ci toccherà ballare un tango da uomini veri.
Italia, occasione argentina
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