Na Li, la profetessa di Wuhan, ha vinto il suo secondo Slam dopo quello del 2011 a Parigi battendo a Melbourne, dove aveva perso due finali, la slovacca tascabile Dominika Cibulkova in match double-face, 7-6 6-0, che è lo specchio fedele dei due volti dello sport cinese. Il primo set fatto di dubbi ed errori, il secondo splendido e devastante proprio come il cuore di Na, la campionessa “pigra” quasi schiacciata dalla macina atroce dello sport cinese; criticata ad ogni passo falso come fosse una questione di Stato ma capace di conquistarsi indipendenza tecnica (ha sposato il suo ex coach) e libertà economica mescolando in una ricetta rivoluzionaria pazienza orientale e apertura verso l’Occidente: il famoso “doppio binario” predicato dai successori di Mao. «Grazie al mio manager Max Eisenbud (lo stesso della Sharapova, ndr) che mi ha fatto arricchire – ha detto Na, brillante e ironica come sempre – e a mio marito Jiang Shan, che in Cina è quasi più famoso di me: ha avuto tanta pazienza a sopportarmi, ma anche la fortuna di trovarmi..». Na è stata invece brava a individuare in Carlos Rodriguez, l’ex-demiurgo di Justine Henin, un maestro di tattica e di psicologia. Quando un anno fa sull’auto che li portava a Wimbledon Na gli disse “basta, mi ritiro”, lui rispose “ok, andiamocene. Solo spiegami perché”, mettendola davanti alle sue contraddizioni. L’ha rivoltata mentalmente, insegnandole a giocare con la testa invece che con il cuore e convincendola, a 32 anni, ad attaccare di più. Risultato: Na oggi è n.3 del mondo, a un passo dalla n.2 Azarenka, “vale” 20 milioni di dollari in contratti ed è la pubblicità perfetta per un futuro quinto Slam da impiantare nella nazione popolosa del mondo. La vittoria di Melbourne è un bel passo per lei, ma un enorme balzo – o una lunga marcia, fate voi – per la Cina dello sport.
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