La notizia è che Federer è tornato. Se è tornato grande lo capiremo domattina, quando incrocerà per la 33esima volta in carriera Rafael Nadal (che è in vantaggio 22-10) nella semifinale nobile degli Australian Open. Uno Tsonga fin troppo soffice, in ottavi, non era stato un test sufficiente; la vittoria di ieri in 4 set contro Andy Murray ha fornito qualche indizio in più sul sospirato risveglio del Genio (da La Stampa).
Stefan Edberg, da un mese suo consigliere particolare, ad esempio, qualcosa deve aver iniziato a sussurrargli: per due set si è rivisto un Federer aggressivo sotto rete, sicuro al servizio. Merito anche della nuova Wilson “maggiorata”, che con il piatto corde da 98 pollici quadrati invece dei soliti 90 (ma non chiamatelo racchettone, Nadal e Djokovic giocano con un piatto da 100 pollici) gli evita qualche steccata di troppo e gli regala profondità e potenza. Ma in Australia, dove Roger arriva puntualmente in semifinale da 11 anni (4 vittorie), finora si è visto soprattutto un campione risanato. La schiena che lo ha tormentato nel 2013 non gli fa più male («che bello svegliarsi la mattina senza sentirsi anziano», ha gongolato) e in campo si nota.
Restano i cronici blackout mentali: tanti break-point scialati, due dritti da dimenticare sul 5-4 del terzo set, il matchpoint e il vantaggio di 5 punti a 2 stropicciati nel tie-break contro lo scozzese, quando Ruggero è ricaduto in un disorientato attendismo. Peccati veniali, contro un Murray ancora convalescente dopo l’operazione alla schiena. Con Nadal rischia di essere un’altra storia. «Lo so – ha sdrammatizzato Federer – avrei dovuto vincere più in fretta, e ci sono tante cose che avrei potuto fare meglio. Ma quando gira male l’importante è restare calmo e non pensare troppo agli errori».
Basterà, la filosofia spicciola, contro Rafa il Cannibale che per colpa di una vescica extralarge ieri per almeno tre set ha visto i sorci bulgari contro Grigor Dimitrov, alias baby Federer? «Roger ha giocato molto bene – avverte pragmatico Murray – ma paragonarlo a quello che dominava 6-7 anni fa non ha senso». Intanto, con Wawrinka impegnato stamattina contro Berdych, a Losanna e Basilea sognano la prima finale Slam tutta elvetica della storia. «Stan contro Djokovic mi ha esaltato, non facevo che dare “cinque” a Mirka – racconta Federer – ma se iniziamo adesso a pensare alla finale ci ritroveremo sullo stesso aereo per casa». Puntuale, lo svizzero.
Rispondi