Italrugby, la difesa è svanita

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Un quarto d’ora fra le stelle, forse per merito dell’astronauta Luca Parmitano che all’inizio del match ha mandato il suo saluto dallo spazio, poi gli azzurri sono tornati sulla Terra. E anche un po’ sotto.L’Australia ci ha somministrato 50 punti (a 20) nel primo dei test-match autunali, come previsto nelle peggiori ipotesi da Sergio Parisse alla vigilia, infilando sette mete contro le nostre tre – mai nella gestione Brunel era andata così male – e la brutta notizia è che la difesa dell’Italia pare evaporata. «Abbiamo commesso troppi errori banali – ha ammesso il ct Brunel, frustratissimo nella sua speranza di imitare il connazionale Rudi Garcia – in difesa siamo saliti in maniera confusa, non abbiamo spinto, sbagliando sia individualmente sia collettivamente. Dobbiamo ripartire da qui». La (piccola) buona notizia è che Tommaso Allan, anni 20, mamma italiana, papà scozzese, ha debuttato come apertura con 20 minuti convincenti, bagnati anche dalla terza meta italiana, arrivata però a buoi ampiamente fuggiti. Eppure l’inizio era stato tutto nostro.

Punizione al quarto minuto del numero 10 titolare Di Bernardo, che sette minuti dopo aveva anche lanciato un fantastico contrattacco (l’unico momento in cui siamo sembrati la Roma), sviluppata da un altro baby, Morisi, e chiusa dall’«australiano» McLean. Pareva l’inizio di un grande pomeriggio, era già la fine del party. Gli aussie, urticati, hanno innescato lo show-time con tre mete in un quarto d’ora. Di Bernardo ha sprecato la chance di rimetterci in corsa violentando due piazzati tutt’altro che impossibili, e nel secondo tempo i tre-quarti in giallo ci hanno accartocciati con Cummins, Ashley-Cooper, Tomane e Folau. In mezzo, la buona reazione italiana, tutta corazon, che ha trascinato in meta Cittadini subentrato ad uno spento Castrogiovanni. «La meta la dedico a mio padre Giovanni, che è mancato la settimana scorsa – ha detto il “Citta” – ho sentito che dietro di me spingeva anche lui». Ottimi sentimenti, ma questa Italia resta molto lontana da quella che nel Sei Nazioni divorò la Francia all’Olimpico e mise paura all’Inghilterra. La linea verde di Brunel, stavolta, non ha proprio convinto.

«Siamo mancati nell’uno contro uno», taglia corto Parisse. «Loro hanno tre-quarti di grande qualità, ma non dobbiamo cercare alibi, in difesa non siamo riusciti né a coprire gli spazi né a fermare gli uomini». Per Brunel trattasi di un «momento in un percorso, che non deve farci perdere la fiducia. Dopo il Sei Nazioni abbiamo smarrito efficienza e concentrazione, ma gli alti e i bassi fanno parte del gioco». Ieri l’alto è toccato quasi solo ad Allan, che nonostante le origini scozzesi non si è risparmiato. «La metà l’ho segnata d’istinto, ho visto un mezzo buco e mi ci sono infilato. Ero molto contento, poi mi sono ricordato del punteggio (50-15 in quel momento, ndr) e mi sono detto che non dovevo esultare tanto». Polvere di stelle.

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