«Romain ha fatto una gara fantastica». Pronunciato da Sebastian Vettel il complimento si presta a due interpretazioni (da italiaracing). La prima: è il solito, facile elogio di chi ha vinto nei confronti di chi gli è arrivato “onorevolmente” alle spalle. La seconda: Grosjean è davvero cresciuto, e persino un ormai virtuale tetra-campeon come il tedesco lo riconosce. Tanto che lo ha voluto investire di un nuovo ruolo: non più Romain lo scassamacchine da primo giro, il Pierino preso di mira dai commissari di gara; ma un driver maturo, che ha imparato a gestire il suo innegabile talento. E su cui la Lotus può contare ora che l’addio di Raikkonen si è consumato.
Propendiamo per la seconda versione, anche perche Seb appena sceso dal podio ha voluto argomentare l’affermazione. «Penso che Romain abbia fatto un grande lavoro per tutto il weekend. Sapevamo già che Kimi è forte, Grosjean nell’ultimo anno ha fatto qualche errore, ma ora si sta perfezionando, ha sicuramente imparato molte cose. La cosa più importante nella vita è proprio saper imparare dai propri errori (e qui Seb deve aver pensato al Vettel di tre stagioni fa, ndr…), quindi ho grande rispetto per lui».
E come non si potrebbe aver rispetto per la prestazione messa insieme dal franco-svizzero a Suzuka: partenza lampo dalla seconda fila, poi metà gara da leader, senza eccessi e senza sbavature, fino a quando la strategia a due soste della Red Bull e un po’ di difficoltà della Lotus sulle gomme due hanno rimesso in testa il solito Vettel. Grosjean alla fine ha dovuto arrendersi, senza scomporsi, anche all’assalto di Webber che montava gomme decisamente più fresche, ma il suo terzo podio sa tanto di esame di maturità passato a pieni voti. Anche se il diretto interessato puntava diritto alla lode.
«Ero convinto che questo sarebbe stato il giorno della mia prima vittoria in F.1», ha ammesso alla fine. «La macchina andava benissimo, c’avevo fatto la bocca. Appena ho mollato la frizione in partenza mi sono detto ‘Wow, è la volta buona!’. Se sei in testa tutto diventa facile nel primo stint, e sulle gomme “option” andavamo veramente bene. Alla fine ho sperato di poter resistere a Webber, ma ho dovuto passare molti doppati che mi hanno rallentato. Chissà se ce l’avrei fatta se non fossi rimasto bloccato. Diciamo che la Red Bull ha fatto una grande gara, ma io le ho dato un po’ di filo da torcere».
L’anno scorso Grosjean, alla sua seconda chance con un volante di F.1 dopo quella del 2009 con l’allora Renault, si era costruito una fama poco gradevole. Tre podi, compreso il secondo posto in Canada, ma anche una serie lunghissima di collisioni e baruffe, soprattutto in partenza, che gli erano anche costate una sospensione in occasione del GP d’Italia a Monza. «Sei uno psicopatico da primo giro», gli aveva urlato dietro proprio Webber giusto un anno fa a Suzuka, dopo un botto a pochi secondi dalllo start. L’ennesimo dell’annata storta di Grosjean, che in inverno aveva dovuto faticare non poco, profondendosi in spiegazioni e promesse per mantenere il posto in squadra.
Nel 2013 le cose sono cambiate. Per gran parte della stagione Romain ha dovuto inchinarsi alla classe superiore di Raikkonen, ma non ha mai perso la calma. E nelle ultime due gare ha infilato due podi che luccicano di luce vera.
«Penso che sia evidente che l’approccio di Romain è molto cambiato quest’anno – ha detto proprio Webber – ha guidato alla grande per diverse gare, e soprattutto è stato continuo per tutto il weekend, segno che è finalmente rilassato e fiducioso. Sta facendo un buon lavoro quest’anno: non era nostro compito dargli delle lezioni (letteralmente: “soffiargli del fuoco nel sedere”, ndr), ma alla fine per lui si tratta di un bel passo in avanti. Ora spero solo che non migliori troppo da qui alla fine dell’anno…».
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