D’Eon, il primo schermidore transgender

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Chissà se Valdimir Luxuria, il nostro onorevole trasgender, conosce la storia di Charles de Beaumont, Cavaliere d’Eon, il più famoso travestito del XVIII secolo e forse di tutta la modernità. Una creatura tanto pubblica quanto enigmatica, che ebbe sei nomi, due nature e mille destini; che fu ambasciatore e spia di Luigi XV di Francia, capitano dei dragoni e dama di compagnia; che viaggiò per l’Europa evitando guerre e beffando regine e morì in povertà ai tempi di Napoleone, costretto a dividere stanze e crinoline con un’anziana vedova inglese che ignorava la sua doppia vocazione.

Per trent’anni tutta Europa scommise sul vero sesso di d’Eon: donna, uomo o ermafrodito? Solo il medico incaricato della sua autopsia svelò il mistero. Ma non senza accendere altri stupori attorno ad un personaggio che, nel secolo di Voltaire, seppe fare del suo corpo e della sua mente un teatro e un’enciclopedia,  della sua vita una sceneggiatura pronta per esser filmata.

A dire il vero una pellicola gli è stata dedicata: nel 1959, dalla regista francese Jacqueline Audry, Secret du Chevalier d’Eon, una commedia interpretata da Andrée Debar, Isa Miranda, Bernard Blier e Gabriele Ferzetti. Nello scorso aprile l’Università di Leeds ha riservato un convegno e quest’anno d’Eon è diventato anche un cartone animato manga, eppure la sua vicenda straordinaria è nota a pochi.  Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Thimothée d’Eon de Beaumont (respiro…) nacque a Tonnere, in Francia, nel 1728. Suo padre, Luois d’Eon, era avvocato e funzionario dell’Intendenza regia a Parigi; la madre, Francoise de Chavanson, una nobildonna di antica stirpe. Secondo la menzognera ma brillante biografia scritta dal suo amico La Fortelle nel 1779, La vie militaire, politique, et privée de Mademoiselle d’Eon, Charles-Genevieve nacque femmina, ma fu subito spacciata per un bambino dal padre, pieno di debiti e costretto da una clausola ereditaria a produrre un figlio. In realtà Charles-Geneviéve fino all’età di sette anni vestì come una fanciullina, ma a 13 partì da casa come maschietto per frequentare il prestigioso College Mazarin, dove si laureò brillantemente in legge nel 1749.

Era stato un bambino (o una bambina…) prodigio, con un talento precocissimo per le lingue, una memoria prodigiosa. Divenne subito segretario di Monsieur de Sauvigny, quindi gli fu affidata dal re l’amministrazione del fisco parigino. Un talento poliedrico, condito da uno charme perturbante: a corte le sue doti non passarono inosservate. Nel 1756 Luigi XV lo chiamò a far parte del suo cabinetto segreto – un’intelligence, diremmo oggi – a cui erano affidate le missioni più complesse. “D’Eon è giovane, piccolo di statura, con un seno pronunciato e gambe proporzionate alla sua complessione fisica”. Così lo descrive una nota di servizio dell’epoca. Charles-Geneviéve tira divinamente di scherma, ma ha le spalle strette, i fianchi rotondi, un sorriso indecifrabile, la carnagione delicata. Intuendo le possibilità del suo ambiguo sembiante, Luigi XV gli affida un delicatissimo incarico alla corte di Elisabetta I di Russia, la figlia di Pietro il Grande. La guerra dei sette anni è alle porte, Luigi vuole convincere la Russia ad unirsi a Francia e Austria contro la Prussia di Federico II. Occorrono arti sottili, creative, e il 25enne femmineo ma decisissimo d’Eon è uno strumento raffinato. Durante il viaggio da Parigi a San Pietroburgo è il segretario del Cavaliere Douglas, arrivato a corte si presenta ad Elisabetta in veste di dama di compagnia, con il nome di Lya de Beaumont, e diviene la lettrice di francese della zarina. “Lya” non si copre il viso di pesanti belletti, non si trucca. Mantiene una pelle luminosa e serica che inganna – fino a che punto non lo sapremo mai – la zarina. Da fanciulla dormirà accanto alla futura Principessa d’Askoff, senza mai svelarsi; da acrobata della diplomazia sfrutterà una paradossale complicità “femminile” per convincere in prima persona – sostengono esagerando i suoi fan contemporanei –  Elisabetta a firmare il trattato di Versailles.

D’Eon rientra a Parigi ma nel 1757 è di nuovo a San Pietroburgo, e con un virtuosismo degno di Fregoli si spaccia per lo zio della fanciulla che aveva impersonato l’anno precedente. Nel 1761 lascia definitivamente la Russia, pronto per un nuovo clamoroso ribaltone: è nominato capitano dei dragoni del re, e fa in tempo a distinguersi da eroe in una delle ultime battaglie della guerra dei sette anni. Viene, Luigi XV lo insignisce della Croce di San Luigi, poi, nel 1763 lo invia a Londra come ambasciatore e spia. Il Cavaliere organizza feste, tesse rapporti, conquista la nobiltà inglese regalando vini di Borgogna che fa arrivare dalle tenute di famiglia. Manipola magistralmente i “media” dell’epoca, e sfoga nel contempo la sua passione per i libri accumulando nella sua biblioteca oltre 6000 volumi e 500 manoscritti rarissimi; ma nel cassetto conserva i piani segreti di Luigi per un’invasione dell’Inghilterra. Il re, forse temendo le liaisons dangereuses di d’Eon in Inghilterra, ben presto lo richiama, lui rifiuta di rientrare in Francia invocando un complotto.

Pubblica allora un libro di memorie Letteres, memoires, et negociations particulieres, che gli dà grande fama, evitando però saggiamente di citare il progetto di invasione: in cambio del silenzio ottiene da Luigi XV un vitalizio di 12.000 franchi. Il suo esilio durerà quasi 15 anni. Nel 1770 a Londra inizia a diffondersi la voce che il Cavaliere è in realtà una donna, e c’è chi arriva a offrire 600 sterline a chi ne accerterà il sesso. D’Eon è a disagio, una nuova svolta è alle porte. Quattro anni più tardi Luigi XV muore e sul trono gli succede Luigi XVI. Il nuovo sovrano vuole mettere le mani sui documenti compromettenti che conserva d’Eon, e grazie ai buoni uffici di Beaumarchais, convince il Cavaliere a tornare in patria. D’Eon pone come condizione di essere riconosciuto ufficialmente come donna. Luigi XVI, in cambio dei documenti, gli rinnova la pensione e provvede a stanziare un fondo per il suo guardaroba. Il sogno proibito e chic di ogni crossdresser: è Maria Antonietta stessa, la regina dei croissant, a inviargli vestiti, parrucche, corsetti, persino una cameriera personale. D’Eon diventa in breve la “mademoiselle” più amata dall’aristocrazia, ma lo scoppiare della rivoluzione francese lo priva del vitalizio, costringendolo a sette mesi di prigione per debiti, e segna l’inizio del suo declino. D’Eon, avvicinatosi al giansenismo, plaude alla presa della Bastiglia ma non approva i metodi sbrigativi, poco diplomatici, di Robespierre e dei giacobini. In Francia si sente prigioniero. Nel 1785 ottiene di poter far ritorno in Inghilterra, “un paese che ama la libertà”, e questa volta da donna. Ritrova gli amici inglesi, frequenta i circoli degli espatriati francesi, ma il suo fascino ormai è in disarmo.

Lo scrittore Horace Walpole nel 1786 lo definisce “rumoroso, fastidioso e volgare”, e ne critica le mani maschili, James Boswell scrive che d’Eon “ha tutta l’aria di un uomo vestito da donna”. Al Cavaliere resta l’abilità da spadaccino, che sfrutta per integrare le sue magre entrate. Ha ormai sessant’anni, è appesantito, eppure vince tornei a Oxford, Birmingham e Brighton. O alla Carlton House, la residenza del Principe di Galles, quando davanti all’ospite reale, indossando un vezzoso cappello di pizzo d’Eon umilia un campione francese, di vent’anni più giovane. Un avversario più lesto lo ferisce però gravemente ad un fianco a Southampton, e lo costringe al ritiro. Gli ultimi quindici anni d’Eon li passerà in miseria, dividendo casa e spese con Mrs Mary Cole, ignara vedova di un ammiraglio. Nel 1805, mentre Napoleone incendia l’Europa, scrive una biografia, la Pulcelle de Tonnere, ispirata all’amatissima Giovanna d’Arco, che però non verrà mai pubblicata. Il 21 maggio del 1810 Charles-Geneviéve muore, regalando al mondo il suo ultimo coup de theatre. Il chirurgo che, basito, ne esamina il cadavere, vi ritrova sì “quanto vi è di più maschile”, ma pure “una inconsueta rotondità nelle membra, una debolissima traccia di barba, una gola per nulla mascolina. Spalle robuste, seno considerevolmente sviluppato; braccia, mani e dita di una donna in carne, fianchi stretti e gambe e piedi corrispondenti alle braccia”. Il suo mistero, il miracolo che consentì al cavaliere d’Eon di ingannare per decenni mezza Europa, nascondendo quello che era sotto gli occhi di tutti, è seppellito ancora oggi nel cimitero di St.Pancras, a Londra.

 

 

 

 

 

 

 

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