Alonso e i campioni poco social

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(da Italiaracing) Toh, i campioni dello sport stanno scoprendo che i social network, alla fine, non hanno cambiato tanto nella loro vita. E se ne indispettiscono.E’ la storia dell’umanità che ripete: ad ogni svolta tecnologica – la stampa, l’automobile, la televisione, internet – ci illudiamo che seguirà una radicale mutazione nell’animo umano, che la tecnologia farà di noi degli uomini nuovi, ma puntualmente ciò non avviene. Nel profondo continuiamo ad essere gli stessi di sempre, nipotini di Abramo e contemporanei di Sofocle e di Plauto, un po’ più o un po’ meno nevrotizzati. Cambiano gli strumenti che ci aiutano ad arrabbiarci o a rallegrarci, ma non cambiano sentimenti ed emozioni. Il discorso vale anche per il rapporto delle stelle dello sport con i loro fan.

Con l’avvento di Twitter e di Facebook forse qualcuno si era illuso di riuscire a bypassare critiche e insofferenze, tuffandosi direttamente nel grande mare di internet per evitare l’intermediazione della stampa “maligna”, e i casi recenti di Mario Balotelli e di Feranando Alonso lo dimostrano. Certo, la stmapa ha grandissimi e ben noti difetti, e Twitter e Facebook regalano questa illusione, ma non mettono certo al riparo da critiche, invettive, addirittura dagli insulti. Anzi. I social network, in fondo è la loro grande forza e insieme il loro grande limite, danno parola a tutti, in maniera indifferenziata. Sia a chi vuole avanzare critiche civili e ragionevoli, sia a chi frequenta più volentieri l’insulto gratuito (e che quindi si mette sempre dalla parte del torto, tanto che sta nascendo una legislazione in merito).

La difesa? “Bannare” il fan scomodo, il grillo parlante che infastidisce la nostra privacy e la nostra coscienza, come ha fatto Alonso con la sua tifosa che criticava la sua prestazione poco esaltante al Gp di Monaco.Solo che un tempo un autografo negato rimaneva una questione circoscritta, una vicenda privata fra chi lo chiedeva e che lo rifiutava. Oggi invece una amicizia concessa o negata – o peggio ancora: ritrattata – si trasformano in un caso mondiale, che finisce sotto gli occhi di tutti e che tutti si sentono in dovere di commentare.Così alla fine anche le star dello sport, dopo i giornalisti, che di solito in queste cose hanno l‘occhio più lungo, capiranno che i social network solo apparentemente hanno cambiato qualcosa nel loto rapporto con tifosi e seguaci vari.

I fan sono graditi quando si prodigano in complimenti e alzano cartelloni inneggianti; sono tollerati se si limitano a chiedere un autografo o una foto al ristorante senza allargarsi troppo. Ma diventano intollerabili, fastidiosi, quando si permettono di criticare, di eccepire, di insistere su una posizione poco gradita dai campioni. Che avvenga dal vivo, in un fan club oppure via internet, in fondo cambia poco.Sosteneva un vecchio esperto di comunicazione che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Neppure sotto quello elettronico e un po’ freddo di internet. Rassegnatevi, campioni. E soprattutto non prendetevi troppo sul serio.

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