Non provarci, sono la Sharapova. Le tenniste russe sono belle ma impossibili, lo sappiamo dai tempi in cui Anna Kournikova rispose “non te lo puoi permettere” al povero spettatore che dagli spalti le aveva urlato di volerla sposare. Maria Sharapova il divieto di “provarci”, secondo la tedesca Bild, lo ha però addirittura messo nel contratto. Dieter Kindlmann, suo sparring partner da tre mesi, perderebbe infatti il posto se tentasse di fare qualche proposta alla sua datrice di lavoro.Bella, bionda, intelligente, straricca: cadere in tentazione in fondo non è difficile. «Maria è sempre gentile con tutti i suoi collaboratori – ha dichiarato Kindlman – ovunque va tutti hanno occhi solo per lei. Il mio non è un lavoro semplice, ma lei non si comporta come una diva». Guai però a a piazzare l’avance malandrina, anche se al momento la n.2 del mondo è fidanzatissima con Grigor Dimitrov, detto baby-Federer, tennista anche lui, rampante e decisamente belloccio.
«Maria è molto felice con lui – ha continuato il dipendente-astinente – e la mia presenza non ha mai creato gelosie». Insomma, una clausola che messa giù come riporta la Bild pare un po’ bizzarra, come del resto bizzarre ed eccentriche sono altre regole contrattuali nel mondo dello sport. I fratelli ucraini Valdimir e Vitali Klitschko, entrambi campioni di boxe, ad esempio non possono combattere l’uno contro l’altro, e a volerlo scritto nero su bianco si dice sia stata mamma Nadezhda. Negli anni ’70 il giocatore degli Oakland Athletics di baseball, Rolly Fingers, riceveva invece un bonus di 300 dollJason Werth, Romeo Casteletari (più altri cento per le spese necessarie) per curare i suoi famosi baffi a ricciolo, mentre il suo collega dei Red Sox Curt Shilling, evidentemente amante del junk food, doveva sottostare a sei controlli a sorpresa sul peso ogni anno se non voleva vedere stracciato il suo contratto da due milioni di dollari.
Sempre nella MLB A.J.Burnett intascò come integrazione 8 viaggi in Limousine fra il Maryland e Toronto per la moglie, terrorizzata dagli aerei e Jayson Werth ha preteso per contratto dai Washington Nationals l’uso del numero 28. Nel basket americano si è molto discusso sui patti che impongono (o consigliano fortemente) di evitare tatuaggi e abbigliamente vistosi, e ormai molto diffuso è l’obbligo per molti atleti di astenersi –in alcune circostanze – dall’utilizzare i social media. Ma ne calcio c’è chi se la vede decisamente peggio: l’olandese Romeo Castelet, che in 5 anni all’Amburgo ha disputato solo 17 partite a causa di vari infortuni, ha accettato un accordo con il club russo (sarà un caso?) Volga Nishni per cui verrà pagato in base ai minuti di gioco: zero minuti, zero money. Si consolerà con il sesso?
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