Federer, pensa a Roma

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A quasi trentadue anni Roger Federer punta quest’anno a diventare maggiorenne. Il diciottesimo Slam è il suo vero obiettivo, ed è parere di molti, se non di tutti, che il rito abbia le maggiori se non le uniche possibilità di essere officiato a Wimbledon, sull’erbetta. 

Ma se togliamo i quattro major c’è un altro torneo che sicuramente dà i pizzicorini al Genio, e cioè gli Internazionali d’Italia. A Roma Federer non è mai riuscito ad abbrancare la coppa: nel 2003 perse (inopinatamente, con il senno di poi) da Felix Mantilla, nel 2006  bruciò due matchpoint (uno con un dritto che saltella ancora nella memoria) contro Nadal in una finale al quinto set che meriterebbe una lapide sul centrale. Nel 2007 ci fu la Caporetto contro Volandri, poi  due semifinali, nel 2009 e nel  2012. Un bilancio che inorgoglirebbe il 95 per cento dei terraioli, ma che per Federer puzza tanto di Incompiuta. Roma è l’unico degli attuali  Masters 1000, insieme a Shanghai (e a Monte-Carlo, che però è ormai un “1000” depotenziato) che si ostinano a sfiggire a Roger, sicuramente il trofeo più prestigioso – Coppa Davis a parte – che gli rimane da barrare con almeno una crocetta. Fra l’altro The Roger ama molto Roma: l’atmosfera della città eterna, le partite della Magica, gli incontri un po’ busterkeatoniani ma affettuosi con Totti, il tavolo sempre prenotato alla Taverna Trilussa. Gli manca solo il torneo: fusse che fusse la vorta bbona? Perché no, in fondo. E’ vero che Nadal e Djokovic, soprattutto Djokovic, al momento sembrano fuori portata e che la terra raramente è un paese per vecchi (tennisticamente parlando, s’intende, non scaldatevi così).

Però con Djokovic forsennatamente concentrato su Parigi e Nadal in recupero, certo, ma sempre tormentato dal ginocchio e quindi – estraiamo il cornetto rosso – sempre un po’ a rischio, potrebbe anche scapparci l’impresa. Anche per Roma, oltre che per Federer, sarebbe festa grande, visto che in un albo d’oro favoloso dove compaiono tutti i grandi divi del rosso e tantissimi numeri uno in assoluto, la sua assenza spicca come un buco sui pantaloni dello smoking. E poi c’è il precedente di Agassi, che a Roma vinse nel 2002: guarda caso, proprio a 32 anni. L’anno seguente Andre – guarda di nuovo il caso – Andreino tornò addirittura numero 1 del mondo, il più anziano di sempre sino ad ora. Insomma, che dire. Pensaci, Rogerino.    

Comments

  1. Deve fare 31 anni federer non 32….

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