Fed Cup, la staffetta azzurra alla quinta finale

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Oltre che una squadra, una staffetta. Le azzurre di Fed Cup sono interminabili, ininterrotte, intercambiabili, non smettono mai di sprintare, saltando ostacoli, dandosi il cambio. A Palermo, dopo il rinvio di domenica, Roberta Vinci ha portato anche il terzo decisivo punto della semifinale  spegnendo l’ultima Lucie (Safarova) delle ceche bi-campionesse uscenti e traslocandoci nella quinta finale della nostra storia. La giocheremo l’1 e 2 novembre in casa contro la Russia, vittoriosa in rimonta 3-2 sulla Slovacchia. Le rusky ci strapparono la Coppa nel 2007 – vendetta! – giusto dopo il primo trionfo azzurro del 2006 con il Belgio, e prima di quelli del 2008-09 con gli Usa. Difficile che ci sia la Sharapova, sicuramente si giocherà sulla terra: probabilmente al sud, considerato che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha già rinnovato la candidatura (e si parla anche di Reggio Calabria, Pescara, Napoli), ma se scattasse l’opzione indoor Torino potrebbe entrare in gioco.

Intanto godiamoci lo scampato pericolo. Domenica  a complicare un 2-0 che sembrava definitivo era arrivato il lento ma potento risveglio di Petra Kvitova, che a forza di sganassoni aveva battuto il motorino Sara Errani, per una volta inceppatasi sotto la pioggia. Ieri mattina toccava a Roberta Vinci, fresca n.12 Wta, bloccare i nervi davanti al pubblico della sua città d’adozione ed evitare un rognosissimo doppio di spareggio. E Robertina, raccolto il testimone, non ha fallito il cambio. Anche se la Safarova le ha strappato il secondo set e c’è voluta molta maturità, oltre che tutto il suo talento vintage, per chiudere il conto al terzo. La vinci di due o tre anni fa un match così lo avrebbe forse lasciato in frantumi sul campo, mischiato a  piccole scaglie di delusione e stress, ieri se l’è ricucito addosso con tigna e fiducia interiore. «Perché dentro Roberta è d’acciaio», come sentenzia Barazzutti.

In panchina e negli spogliatoi, a “fare gruppo”, c’erano Flavia Pennetta e Francesca Schiavone e fa un po’ impressione pensare che l’Italia fra titolari e riserve extralusso può su contare tre top-ten del passato (Schiavone e Pennetta) e del presente (Errani) e una possibile top-ten di domani come la Vinci. Nel passaggio fra la vecchia alla nuova coppia , comunque, il risultato in Fed Cup non cambia, tanto più che la trentenne Vinci sta vivendo la sua miglior stagione. «La vittoria a Katovice la scorsa settimana e il best ranking mi hanno dato fiducia – ha detto la Vinci – ma il mio sogno era proprio portare il punto decisivo alla squadra qui a Palermo». Alla fine, c’è stata acqua di nuovo per tutti, fra le lacrime della Safarova e il tuffo in piscina delle nostre, capitan Barazzutti compreso. «Oggi Roberta ha vinto con il cuore», ha detto, fradicio di felicità. «La Russia? Sarà dura, ma questa squadra può farcela con chiunque». Difficile non dargli ragione.

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