Sembra ieri, ma sono già passati 10 anni da quando la F.1 è sbarcata in Cina per la prima volta. Sembrava l’ultima frontiera, eppure dopo sono arrivate altre location inconsuete per il Circus, dalla Turchia all’India. L’ex celeste impero resta comunque uno degli orizzonti più suggestivi per il motorsport – anzi, per tutto lo sport – del futuro, vincere sulle rive dello Huang-Po non significa solo alzare una coppa ma impressionare un miliardo e trecento milioni di persone. Un pubblico enorme, e un mercato davvero impressionante. Lo sa bene Ross Brawn, il team principal della squadra che a Shanghai arriva per rinnovare ottimi ricordi. (sul magazine di Italiaracing gli altri articoli sul GP di Cina)
«L’anno scorso qui Nico (Rosberg, ndr) e il team ha colto il suo primo successo, qualcosa che ci ha reso tutti molto orgogliosi», ha ammesso Brawn. «Il nostro obiettivo è ripeterci. La nostra stagione è iniziata meglio di come ci fossimo aspettati, ma dopo la Malesia abbiamo lavorato duramente per migliorare ancora, e avremo delle novità. La Cina è un mercato molto importante, sia per la Formula 1 in generale sia per la Mercedes-Benz, non dimentichiamocelo. Mi aspetto di fare bene su questo circuito che mette alla prova tutti con le sue curve veloci e impegnative, e che richiede velocità di punta, stabilità in frenata e trazione».
La Mercedes, dopo la discussa decisione di Brawn di stoppare Rosberg dietro ad Hamilton in Malesia, è finita nel mirino delle polemiche insieme al “bullo” Vettel, ma rispetto alla Red Bull quest’anno ha la pressione di “dover” vincere a tutti i costi, per dimostrare alla dirigenza di Stoccarda – un po’ divisa a dare retta alle voci di contrasto interni fra Wolff e Lauda… – che gli investimenti nel Circus sono giustificati. Shanghai può diventare un trampolino di lancio: il circuito, per le sue caratteristiche, secondo Brawn dovrebbe comportare meno degrado per le ruote posteriori, da sempre uno dei talloni d’Achille delle monoposto anglo-tedesche. E il precedente di Rosberg regala un filo d’ottimismo alle frecce d’argento. «A Shanghai ho vinto l’ìanno scorso e negli ultimi tre anni sono sempre stato in testa alla gara a tratti, ho davvero un buon feeling con quella pista», ha detto il tedesco lanciando la sfida. In casa di Red Bull si tratterà di vedere come è stata assorbita la sanguinosa faida fra Vettel, webber e la squadra, e che strascichi ha lasciato sul team l’insubordinazione di Sepang. La Ferrari è alle prese con una situazione inconsueta, con Alonso 4 punti dietro Massa (e ben 22 nei confronti del leader) nella classifica di campionato, la McLaren pare intenta soprattutto a leccarsi le ferite cercando di non perdere altro distacco dalle sue tre concorrenti, mentre la Lotus, con Raikkonen vincitore a sorpresa a melbourne ma un po’ in ombra a Sepang, gioca da outsider di lusso. Nel “secondo campionato” la Force India scalpita, mentre sarà interessante vedere se Jules Bianchi riuscirà ad essere il primo dei driver dei nuovi team a finire a punti. In previsione c’è una gara con tre pit-stop, come ha fatto sapere Paul Hembery. La Pirelli porterà in Cina gomme medium e soft: «a Shanghai ci sono state spesso gare emozionanti, e la strategia ha sempre giocato un ruolo di rilievo. Quest’anno le nostre mescole sono volutamente più morbide, ma il circuito cinese è meno abrasivo rispetto a quello di Sepang – ha spiegato Hembery – e comunque i team sanno imparare in fretta come regolarsi anche se noi ogni anno variamo il tipo di peumatici. E il modo in cui proprio Rosberg ha gestito le gomme finendo per vincere il GP di Cina l’anno scorso è stata la miglior dimostrazione di come ci si debba comportare». Anche le temperature di Shanghai, meno elevate di quelle malesi, e la chance di pioggia dovrebbero risurre il rischio di un degrado troppo estremo delle coperture. Condizioni ideali, insomma, per Hamilton, Rosberg & Co. La sfida tedesca è lanciata
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