Non abbiamo una semifinale, ma abbiamo un futuro. Nell’ultima giornata del quarto di Coppa Davis contro il Canada a Vancouver ad Andres Seppi non è riuscito il miracolo contro il bombardiere Raonic, n. 15 del mondo, un tipo che a 22 anni ha già piazzato più di 2000 ace, ingiocabile sul veloce. L’Italia esce di scena, mentre il Canada si giocherà l’accesso alla finale contro la Serbia di Djokovic (l’altra semifinale è Repubblica Ceca-Argentina), ma con la conferma di avere una squadra competitiva. Il treno a Vancouver l’abbiamo perso in doppio, il punto chiave in Coppa, ma di un soffio (15-13 al quinto, rimontando due set) e con una coppia di riserva, visto che Bracciali è stato chiamato a sostituire l’infortunato Bolelli,. Sulla terra battuta e con Bolelli in squadra chissà, forse, l’avremmo potuta spuntare noi, guadagnandoci una semifinale che inseguiamo dal 1998. Allo scoccare delle sue 29 panchine (record) capitan Barazzutti può finalmente passare un autunno in pace, visto che la permanenza nel World Group è assicurata. I nostri due singolaristi sono nel pieno della maturità e al massimo del ranking: Seppi n.19 (è stato anche 18), Fognini n.31. Andreas, rimontando due set a Pospisil nella prima giornata, ha vinto un’altra battaglia con i suoi fantasmi, il doppio Fognini-Bolelli, malanni permettendo, è di qualità su tutte le superfici. Per gli Slam ci manca la punta. Ma in una Davis dove nei quarti i cechi Rosol e Hajek se la sono vista con il Kazakistan, e Zeballos e Berlocq sono state le star dell’Argentina, sperare in qualche soddisfazione, per questa Italia, è lecito.
Davis, l’Italia ha futuro
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