E’ il momento dell’incasso, per le superstar del tennis. Dal prossimo novembre infatti ai montepremi dei tornei Atp e Wta e ai munifici contratti con gli sponsor si aggiungeranno – meglio, si potrebbero aggiungere – gli ingaggi di una nuova, danarosissima Super Lega asiatica ideata dal doppista indiano Maes Bhuphati sulla falsariga della IPL, la Indian Premier League del cricket, e del vecchio Team Tennis americano.
Il primo a parlare della novità è stato Neil Harman, storico inviato del Times: giocatori che avrebbero già aderito al nuovo campionato, che si chiamerà appunto IPTL (International Premier Tennis League), sono di primissimo piano: Novak Djokovic, Serena Williams, Maria Sharapova, Andy Murray (anche se per ora si tratta di indiscrezioni da confermare). La IPTL sarà una sorta di campionato a squadre, in calendario fra novembre e fine dicembre, strutturato con match di andata e ritorno fra squadre miste (al momento ce ne sarebbero già sei) dotate di un budget compreso fra i 4 e i 10 milioni di dollari. Ogni incontro prevede un match di singolare maschile, uno di singolare femminile, quindi doppio maschile, doppio femminile, misto e un singolare fra campioni del passato. Tutti gli incontri saranno disputati sulla distanza di un set, e alla fine la squadra che avrà vinto più game nell’arco delle cinque partite risulterà la vincitrice: un sistema per incentivare la suspence anche in set all’apparenza scontati, riducendo quasi a zero il rischio che la lunghezza delle partite sfori dai palinsesti delle tv.
Della nuova Lega potrebbe far parte anche Roger Federer, che l’anno scorso era impegnato in una tournèe autunnale in suda america e quest’anno invece potrebbe dare il suo ok all’iniziativa, con ingaggi immaginiamo all’altezza del blasone. Ad ospitare la Lega saranno città del medio e lontano oriente (non è difficle immaginare tappe in India, in Cina, e negli Emirati Arabi, specie Qatar o Dubai) e dietro l’iniziativa c’è la società di enterntainment sportivo indiana Globosport.
Tutto ok, tutto bene, se alla fine il campionato si farà. A patto che i tennisti coinvolti nell’operazione-cassaforte non tirino più in ballo la lunghezza della stagione, lo stress dei trasferimenti, il rischio degli infortuni – una geremiade che Andy Murray è tornato a snocciolare la settimana scorsa a Miami. Il periodo che si stende fra la fine dei Masters e Natale è infatti l’unico di vero riposo nel corso dei 12 mesi, e da anni i tennisti ne invocano l’ampliamento così da potersi godere un po’ di vacanze in pace o per impostare al meglio la preparazione. Un bluff già scoperto dal proliferare delle esibizioni di lusso, ma che davanti ad una off-season occupata da un ulteriore campionato – anche se non certamente impegnativo come i tornei normali – diventerebbe grottesco. Meglio, a quel punto, giocare e incassare. E tacere.
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