Fioravanti, il surf boy italiano

Fioravanti

La nouvelle vague italiana parte veloce come un drive di Matteo Manassero, rotola come un rovescio di Gianluigi Quinzi,  scivola  leggera e acrobatica come la tavola  di Lorenzo Fioravanti. Parlare di nuova ondata azzurra nel caso di Lorenzo è decisamente in tono: il 14enne di Cerveteri ieri a Bells Beach – paradiso di spiagge bianche e sole piazzato sulla Great Ocean Drive a sud est di Melbourne – ha vinto il RipCurl International GromSearch, titolo macchinoso dietro cui si nasconde più semplicemente il campionato mondiale under 16 di surf. Wow.

Non propriamente uno sport da italiani – con l’eccezione a vela di Alessandra Sensini – come non lo era il golf fino all’avvento di Manassero e dei Molinari; Quinzi, che ha iniziato l’anno da n.1 under 18 nel tennis, si muove in acque più nostre ma ha comunque rotto una lunga carestia: trattasi della giovane italia, abituata a prendere precocemente il largo e puntare decisamente al mondo. In comune con i suoi due colleghi Lorenzo ha l’incipit da predestinato. Fratello del nazionale azzurro Matteo ha iniziato a salire sulla tavola a 4 anni, quando ancora i suoi coetanei stentavano a scendere dal seggiolone. A dieci anni già stupiva i saggi del surf, a 2009 è diventato un atleta Red Bull, ieri si è messo dietro due australiani, Jakob Baker e Jacob Wilcox, e un brasiliano, Lucas Silveira, gente che con il surf ce l’ha nel sangue. Ma evidentemente anche gli etruschi, gente venuta dal mare, non scherzano.

Del resto il GromSearch, nato nel 1999 e che ogni raduna 2000 ragazzini scremati dalle selezioni nazionali, è roba per chi ha la stoffa. Ha sempre premiato cuccioli di campione, come Gabriel Medina, Steph Gilmore, Alana Blanchard, e anche ieri nel femminile ha promosso una hawaiana, Tatiana Weston-Webb, la prima nella storia ad alzare due volte di fila il trofeo. Il beach boy laziale Fioravanti da anni si muove invidiabilmente fra California, Hawaii, Brasile e altre location da cartolina, sperando di diventare la versione italica di Kelly Slater (il suo idolo, che ha ovviamente già incrociato in un hotel), e in fondo per uno che viene da da un paese di eroi, navigatori e santi (dello sport) non sarebbe neanche una bestemmia. Nella manche decisiva del suo giovedì da leoncino  ha staccato un punteggio, 15.27, che ha sotterrato la concorrenza («mi sono divertito e ho anche vino, bellissimo») ora punta ad un posto, possibilmente da n.1, nel Tour dei grandi. Good vibration, Italia.

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