Fra politica e sport gli intrecci sono da tempo immemorabile fittissimi, e a volte coinvolgono anche l’economia, il bilancio di uno Stato, l’immagine stessa che un Paese vuole fornire al mondo. Molto sud america in queste ore è in lutto per la scomparsa di Hugo Chavez, il controverso ma anche molto amato Presidente del Venezuela che è morto la notte scorsa dopo una lunghissima malattia.
Ad essere doppiamente dispiaciuto della fine di Chavez è sicuramente Pastor Maldonado, che di Chavez era amico e che soprattutto dalla PDVSA, il colosso petrolifero statale del Venezuela riceve i circa 45 milioni di dollari a stagione che gli assicurano – talento a parte – un sedile in Formula 1 con la Williams. Alcuni osservatori hanno fatto notare che il contratto è stato comunque firmato e che anche il prossimo governo avrà tutto l’interesse a continuare il sostegno per un pilota che ha significato ottima visibilità per il Paese: la sua vittoria nel Gran Premio di Spagna dello scorso anno è stata la prima di un venezuelano in Formula 1. Sulla bilancia va però messa l’influenza dell’opposizione, che ha sempre storto il naso davanti alle ingenti cifre stanziate dall’appassionato di motori Chavez – che ha sostenuto tra gli altri anche la pilotessa Milka Duno – e che avrebbe preferito vederle impiegate in progetti sociali.
Per quest’anno il sedile di Maldonado dovrebbe essere al sicuro, ma per esserne più certi bisognerà aspettare l’esito delle elezioni, in programma fra 30 giorni. E nel frattempo riflettere su quanto peso ha la politica sullo sport, e sull’influsso che lo sport può avere sulla politica.
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