Nello sport siamo ormai abituati alle dinastie, gli sportivi figli, nipoti, fratelli di altri sportivi di valore ormai sono diventati quasi la maggioranza. Quello dell’atleta è un mestiere da figli d’arte, perché i cromosomi contano, eccome, e soprattutto conta l’educazione, l’abitudine assorbita sin da piccoli a trovarsi nel mezzo di grandi eventi e di grandi tensioni. Senza contare che molti padri si trasformano poi in allenatori, tecnici, consiglieri, e un avo famoso è anche una chiave privilegiata per aprire cancelli, anche economici, non alla portata di tutti. In Formula 1, che è uno sport molto particolare, dove gli appoggi e i soldi spesso contano più che altrove, la quantità di dinastie del volante fa quasi impressione. Dai Villeneuve ai Brabham, dai Rosberg ai Piquet, da Todt agli Andretti, ai Senna, e l’elenco potrebbe allungarsi. Però bisogna ammettere che se, come spera Bernie Ecclestone, sempre in caccia come un cane da tartufo delle più succulenti occasioni di marketing, nel Circus a breve sbarcherà anche Josh Hill, saremo dinanzi ad una discendenza dal blasone forse inedito. Josh, che da quest’anno corre nel campionato europeo di F.3, è infatti figlio di Damon Hill, campione del mondo di F.1 nel 1996, e nipote del padre di Damon, il leggendario Graham Hill, che il titolo iridato lo ha vinto due volte, nel ’62 e nel ’68 ed è l’unico pilota nella storia dell’automobilismo ad avere conquistato oltre al Mondiale di F.1 anche la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di le Mans. Nel Circus ha trionfato, con la Ferrari, anche un altro Hill, l’americano Phil (1968) che però con gli Hill inglesi non ha nessun legame di parentela. «Se il figlio di Damon riuscisse a correre in F.1 sarebbe fantastico», ha detto Ecclestone. Sicuramente sarebbe emozionante, e la possibilità di vedere tre generazioni successive tutte “mundial” davvero unica nello sport di livello assoluto. Ma provate a immaginare che peso graverebbe sulle spalle del giovane Josh…
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