Addio rombo e odore di benzene, il futuro delle corse sarà come il motore che profeticamente immaginavano Lucio Dalla e Roberto Roversi tanti anni fa: bello e lucente, con uno scarico calibrato e un odore che non inquina, e lo potranno respirare anche un bambino o una bambina.
Un futuro a elettricità, invece che a benzina, gasolio o etanolo: come la nuova Formula E, la Formula 1 per monoposto elettriche voluta dalla FIA che partirà (si spera) nel 2014 e si correrà su circuiti cittadini (10, fra cui Roma e Rio de Janeiro). E allora fa piacere sapere che a costruire gli chassis, i telai che avvolgeranno i nuovi fruscianti propulsori sarà una azienda italiana, la Dallara Automobili. La factory di Varano si occuperà infatti della «concezione, della fabbricazione e dell’omologazione della nuova monoscocca», come ha annunciato noto la Sport Racing Technologies, la società creata da Frédéric Vasseur, boss della scuderia di GP2 Art Grand Prix, che gestirà il campionato.
La Dallara dunque fornirà “il corpo” alla futura serie, mentre la McLaren Electronic System, una emanazione della scuderia di Formula 1, si occuperà di progettare il cuore e il sistema nervoso della monoposto, ovvero motore, trasmissione ed elettronica. Una (giustificatissima) iniezione d’orgoglio per l’Italia delle corse e soprattutto una porta spalancata su un orizzonte che fino a qualche anno fa sembrava pura fantascienza.
Gli appassionati duri e puri si indignano alla sola idea di competizioni a silenzio ed emissioni zero, ma l’elettricità si è già affacciata da qualche tempo sui circuiti che contano. Le monoposto di F.1 utilizzano il kers, un dispositivo che serve a recuperare sotto forma di elettricità l’energia prodotta dalle frenate, e lo stesso sistema è stato impiegato l’anno scorso alla 24 Ore di Le Mans dalla Audi che si è aggiudicata la corsa più famosa del mondo. Sulla Sarthe nel 2012 era in gara anche una Toyota a propulsione ibrida, diesel/elettrica, e da pochissimo la Nissan ha annunciato che nel 2014 porterà a Le Mans anche una GT a motore elettrico, con la prospettiva di realizzare in futuro anche un prototipo LMP1 – la categoria regina della 24 Heures – non inquinante e rumorosa, al massimo, come un’ape. Una rivoluzione che non farà baccano, ma che difficilmente passerà sotto silenzio.
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