Serena Williams, l’amore ringiovanisce

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«Non sono riuscita a essere la numero 1 più giovane della storia, almeno ho rimediato da vecchia». Fra le lacrime di commozione e gli applausi scroscianti del centrale di Doha, il lampo di una battuta e una risata. Prima sbrana e poi si commuove, Serena Williams; prima piange e poi ride, da attrice consumata. E da campionessa Gerovital, visto che rimontando un set e uno svantaggio di 1-4 nel terzo nella semifinale contro Petra Kvitova all’Open del Qatar, la Panterona ha spinto già dal trono Victoria Azarenka ed è diventata la più anziana regina del tennis moderno: 31 anni e 5 mesi, contro i 31 appena compiuti di Chris Evert, che numero uno lo fu per l’ultima volta nel 1985. Si aggiunge così ai grandi vecchi dello sport mondiale, non solo del tennis. A Bernard Hopkins, campione mondiale dei pesi leggeri a 46 anni, a Josefa Idem medaglia d’argento nella canoa alle Olimpiadi a 43 anni, a Juan Manuel Fangio campione del mondo in F.1 a 46, a Merlene Ottey eterna sprinter anche a 50 anni, a Steve Redgrave oro nel canottaggio a 38 anni.

Un paio di anni fa pochi avrebbe scommesso un nichelino sul recupero della più giovane delle Williams sisters, lontana per i campi per un’intera stagione dopo il trionfo a Wimbledon nel 2010, prima per il misterioso infortunio al piede, poi per l’embolia polmonare che ha rischiato di stroncarle la carriera, se non la vita. «Ci sono stati momenti in cui non sapevo neppure se avrei giocato ancora – dice Serena – i tornei dello Slam e il numero 1 erano cose così lontane allora. Ma quando ildramma mi ha colpito ero n.1, quindi sono contenta di essermelo ripresa»

Ma Serena, da brava felina, di vite (agonistiche e no) ne possiede tante, e questa minaccia di non essere nemmeno l’ultima. «Mi sento come avessi 22 anni – sostiene la Panterona – e non so se è perché non gioco tutte le settimane, tutti i tornei. Non ho mai giocato 30 tornei all’anno, ho saltato i tornei juniores, forse per questo non mi sono bruciata in fretta. Sono andata a scuola. Poi ho avuto un paio di brutti infortuni, chissà che anche quelli alla fine non mi abbiano aiutata».

Un colpo della strega a Melbourne, contro la sua nipotina Stephens, le ha impedito di iniziare l’anno conquistando uno Slam, ma quando è in forma, nonostante l’anagrafe, la favorita rimane sempre lei. Anche a 31 anni suonati. Con la Kvitova ha raccolto la 59esima vittoria in 62 match, le uniche tre sconfitte dal rientro le ha incassate contro la Razzano, in un balordo primo turno al Roland Garros dello scorso anno, contro la Kerber nei quarti di Cincinnati e appunto contro Sloane Stephens a Melbourne in gennaio.

A riportarla ai livelli di un tempo, oltre alla sua proverbiale grinta e allo strapotere fisico è stata la cura-Mouratoglou, il coach francese di origine cipriota che a Parigi ha iniziato a seguirla, accompagnandola al suo quinto trionfo a Wimbledon e alla doppia medaglia d’oro a Londra l’anno scorso, e che da allora con lei fa coppia fissa- anche se non ufficialmente – anche fuori dal campo. Una love story iniziata con una frase molto semplice, molto made in Williams: «voglio vincere Wimbledon», e continuata fra Parigi, Londra, Valbonne, Milano e le Mauritius, dove Mouratoglou, titolare di una famosa tennis Academy a Parigi, ogni anno porta i suoi allievi a rifinire la preparazione fisica. Solo che con l’«allieva» Serena il “Mou” del tennis si è fatto fotografare in atteggiamente decisamente diversi da quelli consueti dell’allenatore.

Il n.1 riconquistato il giorno dopo San Valentino è il timbrino rosa su una rinascita fatta di amore e ginnastica, e l’inizio di nuove sfide. Serena ha vinto 15 Slam, tre in meno di Chris Evert e Martina Navratilova, un target alla sua portata (i 22 di Graf e i 24 di Margaret Court, record assoluto, sembrano irraggiungibili). Quella che inizierà lunedì prossimo sarà la sua 124esima carriera da numero 1 del mondo, davanti in questa speciale classifica ha solo la Graf (377), Navratilova (332), Evert (260), Hingis (209) e Seles (178). Entrare fra le top-5 di questo ranking di endurance al vertice è possibile, e sarebbe l’ennesimo traguardo raggiunto da una tennista che, se non si fosse fatta ripetutamente distrarre durante una carriera pro iniziata ormai nel giurassico 1995, ad appena 14 anni, i record avrebbe potuto probabilmente frantumarli tutti. La ciliegina sulla torta del rapporto multitasking con Mouratoglou sarebbe un secondo centro a Parigi, dove Serena si è imposta una sola volta, nel 2002. In attesa dell’ennesima impresa, lunga vita a Serena.

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