«God save Italy from Scotland and Berlusconi», implorava uno striscione a Murrayfield. In attesa di carpirne fra un paio di settimana le idee politiche, possiamo dire che se a rugby Dio tifa per noi sabato era sicuramente distratto. Dopo l’epos contro la Francia siamo malamente franati contro la Scozia 34-10, 4 mete all’unica di Zanni quando ormai la partita era finita, la peggior sconfitta di sempre contro gli highlander nel Sei Nazioni. «Siamo stati ridicoli fin dall’inizio», ha ammesso Sergio Parisse, anche se poi a freddo si è un po’ pentito di una frase un po’ dura, e la sintesi dice molto.
Scelte sbagliate della mediana (Orquera irriconoscibile), inspiegabili frenesie, ma soprattutto l’incapacità di adattarsi ad un copione diverso da quello dell’Olimpico. Su un terreno ancora fradicio di pioggia, contro una Scozia fatta di Orchi tutti o quasi sopra l’uno e 90, scatenati nei punti di incontro, invece di rassegnarci ad una guerra di trincea e alle pedatone tattiche abbiamo tentato di portare costantemente la palla, facendo una figura da confusissimi Hobbit. Metteteci anche che la Scozia aveva avuto un giorno in più di riposo, e che l’Italia da sempre fatica a giocare due partite ad alto livello a distanza di una settimana, e il quadro è completo.
Sullo 0-0 nel primo tempo Orquera ha colpito un palo, e sul 20-3 un intercetto di Hogg su Orquera che stava per innescare Benvenuti nella migliore azione azzurra della giornata ci ha spezzato definitivamente le gambe con la terza, tombale meta coast-to-coast da 60 metri. L’inesperienza dell’arbitro sudafricano Peyper ha fatto il resto consentendo molto malaffare agli scozzesi nelle ruck ma davanti alle dimensioni della disfatta recriminare serve davvero a poco. Una giornata no, una lezione da imparare. La costruzione di una squadra a volte spezza i sogni che pensi di avere in mano, ma alla lunga può anche ripagare del dolore di giornate del genere.
«Non siamo riusciti ad adattarci ad una difesa fortissima degli scozzesi – riconosce con baffi spioventissimi il ct Brunel -, a situazioni di gioco che cambiavano. E’ il prezzo che dobbiamo pagare per continuare sulla strada giusta che abbiamo intrapreso. Ma è anche un prezzo troppo alto. Che non possiamo più permetterci». Più presunzione o più ansia da prestazione dopo l’ubriacatura di una settimana fa? «Chi crede che ci siamo montati la testa non conosce questo gruppo – ripete Parisse – è una sconfitta molto amara e la squadra non l’ha presa certo bene negli spogliatoi (vero, Orquera era distrutto, ndr), non siamo usciti a testa alta e questo ci rode dentro. Per fortuna abbiamo due settimane per rimuginarci su e riscattarci contro il Galles, all’Olimpico». A Dio piacendo.
Non è esatto dire “Orquera irriconoscibile”. Orquera non era lui quando ha dominato la scena, all’Olimpico. Con la Scozia è tornato quello di sempre.
Non siamo belli come siamo sembrati contro la Francia, non siamo così brutti come siamo stati contro la Scozia. Orquera irriconoscibile rispetto alle ottime prove contro All Blacks, Australia e Francia. Che poi non sia Jonny Wilkinson, su questo siamo d’accordo, ma di Wilkinson putroppo noi non ne abbiamo (e nemmeno di lontani parenti). E’ un 10 leggero che sa inventare quando la mischia lo aiuta avanzando, non un tattico. E ieri dai punti d’incontro, dominati dagli scozzesi (che hanno giocato anche molto sporco e noi non siamo riusciti ad adeguarci), gli sono arrivate poche palle giocabili. Poi Orquera ha ciccato la partita, ed è stato lui il primo ad ammetterlo onestamente.
Il mio parere: siamo partiti discretamente e per venti minuti sembravamo più lucidi dei nostri avversari. Poi quel palo, e ancora Orquera a sbagliare un facile controllo su calcio tattico. L’inerzia è passata ai nostri avversari che all’inizio ci aggredivano ma se la facevano sotto. Una volta in vantaggio, la Scozia si è tranquillizzata e ha cominciato a giocare un rugby di qualità. Noi al contrario ci siamo disuniti, abbiamo raccolto l’iniziale timore scozzese e ce lo siamo coccolati fino alla fine. In questo nightmare (c’è anche Burton in regia) Orquera ha continuato a recitare da Oscar dell’orrore (intercetto horribilis… sull’altro lato c’era un azzurro liberissimo). Siamo caduti sulla terra. e non siamo marziani.