Bislungo e sudaticcio, febbricitante e ancora non definitivo, ma teniamocelo stretto questo secondo punticino strappato in doppio ai croati. Perché se oggi dovesse arrivare anche il terzo punto, quello della vittoria, lo ricorderemo come il ponticello che ci ha aperto orizzonti dimenticati da tempo.
Se oggi batteremo la Croazia, nei quarti ci toccherà la vincente fra Spagna e Canada, Raonic & Co a Vancouver dopo aver pasteggiato in singolare con le effimere riserve dell’Armada orfana di Nadal, Ferrer e Almagro, hanno perso il doppio, ma sono 2-1 e basterà quindi un punticino di Raonic contro Granollers per chiudere il conto . Se saranno i canadesi a spuntarla stanotte giocheremo in trasferta, ma il graal di una semifinale di Coppa (probabilmente con la Serbia di Djokovic), impensabile fino all’anno scorso,inizierebbe comunque ad emergere dal passato come una fatamorgana. Troppi “se”, troppi condizionali, è vero.Ma è dal 1998, l’anno della finale persa a Milano con la Svezia, che non passiamo un turno nel tabellone principale, e il digiuno prolungato genera vertigini pericolose.
Teniamoci allora saldi al presente, ai quattro set (3-6 6-1 6-3 7-6) in 3 ore e 17 minuti dallo sfebbrato ma un po’ costipato Fabio Fognini e da Simone Bolelli su Cilic e Dodig, che ci danno il 2-1. Al duo made in Medjogorje non è riuscito il miracolo. Hanno retto grazie al servizio, approfittando di un inizio tentennante di Fognini e di un passaggio a vuoto del “teschiato” Bolelli (migliore in campo) che ci è costato il controbreak sul 4-2 del terzo set. Il match si è così allungato in un tiebreak lungo 19 minuti (13-11), chiuso dopo due setpoint croati (“un casino”, Bolelli dixit) e al quinto matchpoint azzurro da un ace, l’unico della giornata, di Fognini.
Finalmente abbiamo trovato un doppio affidabile, «consistente e ricco di varianti », come dice capitan Barazzutti. «Non una coppia tradizionale, ma ben amalgamata. Io provo a guidarli dalla panchina, ma loro fanno come vogliono…». Una gara persa, dentro una scommessa vinta. «Io e Simone – racconta Fabio – ci troviamo bene sia in campo sia fuori, un po’ come capita a Sara Errani e Roberta Vinci. Il segreto è questo». Sul circuito hanno già raggiunto due semifinali Slam, agli Us Open e in Australia, ieri “Fogna” e il “Bole”, sulla terra e in Davis, hanno vinto anche nella «lotta-lotta, e di cuore», come spiega con un rap emotivo Bolelli: «siamo una coppia da tenere in caldo». Oh yeah.
Ora però serve estrarre un punto dagli ultimi due singolari. Seppi oggi sarà in campo per primo, alle 14 in un Palavela “sold out”, contro un Cilic ieri decisamente appannato alla volée e incostante al servizio. «Andreas parte favorito – dice Barazzutti – anche perché Cilic ha già due giorni sul groppone, dopo i cinque set con Lorenzi e il doppio sarà sicuramente più stanco». Sull’eventuale 2-2 lo spareggio strappacuore per il futuro toccherebbe a Fognini, contro Dodig. Sempre che Barazzutti non decida altrimenti, scegliendo Bolelli o Lorenzi. «Ma perché dovrei – si ribella il capitano – Fabio è n.44 al mondo, sulla terra a Parigi è arrivato ai quarti: se sta bene gioca sicuramente lui, del resto non è un mistero che senza la febbre avrebbe giocato anche il primo giorno». Speriamo che oggi l’unico termometro caldo sia quello della passione.
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