In Coppa Davis, mai credere di aver messo in banca il risultato fino all’ultima palla. «Ma io al Monte dei Paschi non ho neppure il conto», sorrideva ieri di gusto Paolo Lorenzi, senese della contrada del Nicchio, sostituto di Fabio Fognini ed eroe mancato della prima giornata di Italia-Croazia al Palavela. Una faticaccia di cinque set contro Marin Cilic, tre ore e quarantatrè minuti passati in campo – il tempo che occorre ad un italiano medio per capire cosa è un derivato – solo per stringere in mano il più tossico dei titoli sportivi: l’onorevole sconfitta.
«L’amaro arriverà quando ripenserò alla partita a mente fredda. Ma credo sinceramente di aver dato tutto quello che avevo. Mi spiace per il 6-1 nel primo set, ero teso per l’emozione (Paolo, n.61 al mondo, era debutto casalingo dopo l’esordio in azzurro in olanda nel 2010, ndr), nel secondo avrei potuto risparmiare un po’ di energie, tentare di essere più aggressivo sulla sua seconda palla, ma nel quarto e nel quinto lui ha giocato troppo bene. E’ stata comunque una delle partite più belle della mia carriera, dopo quella in tre set con Nadal al Foro Italico. E spero serva a consolare un po’ i miei concittadini in questo momentaccio…».
Corrado Barazzutti, capitano azzurro, spera invece che lo sforzo nobilmente vano di Lorenzi sia almeno servito ad affaticare un po’ Cilic, il numero uno dei croati, che da buon nativo di Medjugorje in Davis è abituato a cantare e portare la croce anche in doppio. Nei 198 centimetri un po’ lignei di Marin, n. 13 del mondo, confida infatti il capitano croato Krajan per raccattare tutti i tre punti necessari a passare il turno. Siamo sull’1-1, dopo la vittoria in quattro set di Seppi su Dodig, e proprio il doppio di oggi, come spessissimo in Davis, si avvia a diventare la carta decisiva per chiudere la pratica. «In doppio giocherò senza problema – misura le parole il poco loquace Marin – anche perché non si corre molto. Anzi, la fatica più grande per me è parlare ad ogni scambio con il mio compagno».
Non troppo stanco Cilic, appena sfebbrato Fabio Fognini, il match di oggi rischia comunque di essere un doppio giallo. Fabio, che giovedì aveva 39 di febbre e ieri non si è neppure allenato come previsto sui campi dello Stampa Sporting, dovrebbe aver passato il peggio; oggi, a meno di ricadute dell’ultimo momento,sarà in campo insieme a Bolelli. In che condizioni, però, non si sa.
Fabio insieme con Bolelli ha raggiunto due semifinali dello Slam, agli Us Open nel 2011 e la settimana scorsa in Australia; i due formano la coppia di livello e affidabile su (quasi) tutte le superfici che abbiamo cercato invano per anni, indispensabile per coltivare qualche ambizione in Coppa, ovvio che Barazzutti insista su di loro. In caso di vottoria si aprirebbero orizzonti da vertigine, considerato che l’avversario nei quarti uscirà dal match fra Canada e Spagna di Vancouver dove Raonic & Co. sono in vantaggio 2-0. Con il Canada non ci sono precedenti e quindi la sede verrebbe sorteggiata: ospitarlo a casa nostra, sulla terra battuta, potrebbe significare addirittura vedere da vicino la semifinale di Coppa. Dovessimo invece perdere il doppio, dove partiamo favoriti, l’incontro si complicherebbe terribilmente. A quel punto diventerebbe obbligatorio vincere entrambi i singolari di domenica, e con un Fognini convalescente le azioni azzurre scenderebbero peggio di quelle del Monte dei Paschi. E senza neppure un Monti-bond a fare da paracadute.
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