Barazzutti «E’ un’Italia di Davis che può fare strada»

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Corrado Barazzutti, lei a Torino in Coppa Davis da giocatore ha vinto sempre, se lo ricorda?

«Sì, nel 1980 con la Svizzera a Grugliasco, e soprattutto nel 1973 allo Stampa Sporting: faceva un caldo pazzesco, Panatta e Bertolucci erano squalificati per il boicottaggio di Wimbledon, io e Zugarelli battemmo la Spagna di Higueras e Santana. Una grande vittoria. Spero di ripetermi da capitano».

Lei con il Piemonte ha sempre avuto un rapporto speciale…

«Sì, qui ho giocato tanto da giovane, tennisticamente sono cresciuto ad Alessandria. Il primo maestro mio e di Roberto Lombardi fu anche lo scopritore di Gianni Rivera, Ernesto Cornara. Grande educatore. Uno che aveva “naso” per il talento».

Non vinciamo un match nel tabellone principale della Davis dal 1998. Con la Croazia partiamo favoriti?

«Dà fiducia il fatto che Seppi abbia battuto il n. 1 croato, Marin Cilic, dieci giorni fa in Australia. L’aveva già battuto in Davis a Dubrovnik, inoltre giochiamo sulla terra battuta, una superfie sulla quale ci troviamo più a nostro agio dei croati. Il nostro doppio, Fognini-Bolelli, ha raggiunto due semifinali Slam, è tra i migliori al mondo: partiamo con grandi speranze».

Può essere il match chiave per il nostro futuro in Coppa?

«Per per i ragazzi sarebbe un grande premio. Significherebbe vincere un turno nel tanbellone principale, che abbiamo inseguito per tanto tempo, e la conferma che siamo un gruppo di alto livello. Può diventare un’iniezione di fiducia fondamentale».

E’ una squadra che può fare strada nel World Group?

«Merita la Serie A, e può vincere delle partite con le grandi. Seppi è in continuo progresso, è un grande lavoratore e ha un ottimo coach come Massimo Sartori. Fognini dispone di un grande potenziale, Bolelli sta ricominciando a giocare bene sotto la guida di Umberto Rianna. Lorenzi ha compiuto grandi progressi. E’ una squadra che ogni giorno diventa più forte e può arrivare a risultati importantissimi: se saranno gli stessi delle ragazze sarò il primo ad essere contento».

A proposito di Seppi: è arrivato al n.18, come non capitava ad un azzurro dai tempi Gaudenzi (1995). Può salire ancora?

«Lo vedo vicino ai top-ten. Non è un traguardo impossibile, il tennis per giocare a quel livello ce l’ha».

Dopo la Croazia nei quarti potrebbe toccarci il Canada, che nel weekend affronta una Spagna priva di campioni. Un pensierino alle semifinali lo facciamo?

«Sì, certo… Però stiamo con i piedi per terra, pensiamo alla Croazia».

Lei è anche capitano di Fed Cup, fra due weekend ci sono gli Usa a Rimini. Preoccupato per le ragazze? Schiavone e Pennetta sono fuori dalle top-50.

«Sara Errani ha avuto un incidente di percorso in singolare, ma con la Vinci ha vinto il doppio agli Australian Open. Spero che Francesca, che ha un grandissimo carattere, si riprenda presto. Flavia è guarita dopo l’intervento al polso, si allenerà con noi in Fed Cup. Avrà 10 tornei da giocare con la classifica protetta da n.16: farà presto a ritornare».

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