Massimo Costa, direttore di Italiaracing.net, analizza le carriere dei piloti “ricchi” approdati in F.1 anche grazie all’appoggio di sponsor importanti. Ma non sempre avere “la valigia” significa non possedere talento. Anzi.
Da qualche tempo in F.1 si è scatenato il dibattito, con tanto di indignados sui vari forum e su facebook, che coinvolge i cosiddetti piloti paganti. Visti come la peste, come il male assoluto, considerati alla strenua di furfanti che rubano il posto a chi lo merita. E via di questo passo. Ma non siamo d’accordo con queste teorie che arrivano dalla pancia di tanti appassionati e anche di qualche addetto ai lavori o, addirittura, di qualche collega. E vi spieghiamo, o almeno tentiamo, di dirvi il perché. All’indice sono stati messi, in particolar modo in questi ultimi mesi, Pastor Maldonado e Vitaly Petrov, Sergio Perez, Bruno Senna e Charles Pic, Esteban Gutierrez e Max Chilton.
A parte il neo pilota della Marussia, dal curriculum piuttosto debole e soltanto nel 2012 protagonista di un positivo campionato di GP2, degli altri suoi cinque colleghi non si può certo sostenere che siano privi del patentino per correre in F.1. Maldonado è appoggiato dal primo gruppo petrolifero venezuelano Pdvsa? Buon per lui, viene da dire, che vi sia attenzione per il più grande talento mai emerso in quel Paese. Maldonado ha vinto ovunque abbia corso, dalla F.Renault 2.0 (campione italiano nel 2004) alla Renault 3.5 fino alla GP2 (campione nel 2009). E ha anche vinto un GP in F.1 con la Williams. Dunque, perché non dovrebbe meritare un appoggio importante ed essere dove si trova?
Sergio Perez gode del “sostentamento” della Telmex? Se lo è meritato e anche se non ha vinto titoli come Maldonado, ha conquistato gare nella F.3 inglese e in GP2 dove è risultato vice campione nel 2010. Dopo due anni di Sauber e risultati eclatanti, è arrivata la chiamata che tutti sognano, quella di un top team come la McLaren. Ora, apriamo una parentesi. Alcuni sostengono che Maldonado e Perez non avrebbero meritato la riconferma per i tanti errori commessi nel corso della loro presenza nel mondiale e invece rimangono nel mondiale perché sospinti dai loro sponsor personali. E’ vero, entrambi sbagliano tanto, ma hanno talento, questo non ammette discussioni.
Forse tanti hanno la memoria corta, ma vorremmo ricordare che Ayrton Senna o Alain Prost, Nigel Mansell o Michael Schumacher, agli inizi della loro carriera commettevano tantissimi errori, ma avevano talento e hanno ricevuto una meritata fiducia nell’ambiente. Come accaduto a Maldonado e Perez. Bruno Senna ha portato buoni sponsor alla Williams ed ha concluso in zona punti ben dieci volte su venti GP. Ma non gli è bastato per mantenere il sedile nel team di Grove. Il brasiliano ha pagato qualifiche poco competitive nelle quali soltanto due volte è riuscito a entrare nel finale Q3. Senna però ha dimostrato di poter meritare un posto in F.1 anche se l’errore al primo giro di San Paolo, quando ha colpito Sebastian Vettel, lo ha messo in pessima luce dinanzi al mondo. Senna, comunque, aveva ampiamente meritato l’ingresso in F.1 risultando vice campione della GP2 nel 2008. A dire il vero, la sua bella stagione nella serie cadetta non era servita granché tanto che nel 2009 ha dovuto gareggiare nella Le Mans Series col team Oreca. E’ quindi entrato in F.1 dalla porta di servizio della HRT, nel 2011 ha trovato spazio nella Lotus prendendo il posto a metà stagione di Nick Heidfeld, poi l’ingresso in Williams. Ora potrebbe finire alla Caterham o alla Marussia, ma ha buoni contatti con la Mercedes per entrare nel DTM.
Petrov dopo un lungo percorso è riuscito a entrare in F.1 con la Renault nel 2010. Lo scorso anno, quando è entrato in Caterham al posto di Jarno Trulli, è stato accusato di “furto” da molti media italiani, indignati per la perdita dell’unico pilota tricolore che era rimasto in circolazione, scavalcato dai rubli degli sponsor di Petrov. Il buon Vitaly non è un talento paragonabile ai suddetti Maldonado e Perez, ma in questi tre anni di F.1 se l’è cavata abbastanza bene ottenendo anche un podio, terzo a Melbourne 2011. Nel confronto 2012 con Heikki Kovalainen all’interno della Caterham. Petrov non ha particolarmente demeritato, e in qualifica nel testa-testa è finita dodici a otto per il finlandese.
Tanto per essere chiari, nel 2011 Kovalainen in qualifica è stato più rapido di Trulli sedici volte e solo in due occasioni Trulli gli è stato davanti. Dunque, per volere essere cinici, chi è che deteneva un sedile senza particolari meriti? Petrov ha poi disputato un eccellente ultimo GP 2012 che ha permesso alla Caterham di superare nella classifica costruttori la Marussia. In GP2, Petrov su un totale di 69 gare disputate ha siglato quattro vittorie risultando vice campione nel 2009. Inevitabile il suo ingresso in F.1, meritate le sponsorizzazioni ricevute.
Charles Pic ha debuttato in F.1 nel 2012 con la Marussia grazie alla spinta di finanziatori francesi e della propria famiglia. Pic però, non era certo l’ultimo arrivato. Nel campionato GP2 2011 si è piazzato quarto con due vittorie, un successo anche nel 2010, poi anche quattro vittorie tra 2009 e 2008 nella World Series Renault 3.5. Insomma, Pic ci sa fare e la sua promozione in Caterham, certamente suffragata da un buon budget, ci può stare. La sfida in qualifica con il compagno Timo Glock è stata ampiamente persa, ma Pic era pur sempre un debuttante assoluto. Certo, chi lo aveva preceduto in Marussia, ovvero Lucas Di Grassi e Jerome D’Ambrosio, non è riuscito a trovare posto in F.1 successivamente. E qui entrano in ballo gli sponsor personali, chi riesce a coltivarli, ma anche a meritarli, può avere ulteriori chance, cosa non capitata a Lucas Di Grassi e Jerome D’Ambrosio, che pura una opportunità l’ha avuta con la Lotus a Monza lo scorso anno, ma se l’è giocata molto male.
E arriviamo ai due rookie del 2013, Gutierrez e Chilton, entrambi 21enni. Il messicano, come Perez, ha sempre goduto dell’aiuto della Telmex, che potremmo paragonare alla Red Bull in quanto ad azienda intenta nell’accompangare in F.1 i propri pupilli. Gutierrez non ha pienamente convinto in GP2, occupando il terzo posto finale nello scorso campionato dove ha ottenuto tre primi posti, uno anche nel 2011. Nel 2010 invece, aveva vinto la GP3. Gutierrez dunque è un pilota che non risposto alle attese riposte su di lui nel 2012, però ha già dimostrato di saper marciare verso il raggiungimento di un campionato avendo fatto sua la GP3 del 2010 e, in età acerba, la F.BMW Europe del 2008. Il salto in F.1 forse è un po’ affrettato, magari un’altra stagione in GP2 poteva maturarlo ancora di più, ma non è detto che con le maggiori potenze di una F.1 Gutierrez possa deludere, anzi, magari accadrà proprio il contrario.
Chilton invece si è trovato in una botte di ferro, con l’aiuto della famiglia a permettergli l’ingresso nella Marussia. Ecco, l’inglese è il vero prototipo del raccomandato del 2013, non appartenendo a particolari gruppi di sponsor esterni alla sfera famigliare, però, attenzione. Perché Chilton nel 2012 ha disputato un’ottima annata in GP2 chiudendo al quarto posto il suo terzo anno nella serie. L’inglese è ancora giovane, come Gutierrez,e dunque in prospettiva non potrà che migliorarsi ulteriormente. Resta da vedere se il suo limite è stato già raggiunto o se potrà spostare in avanti l’asticella senza particolari sofferenze.
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