E dire che era iniziata con un no, grazie. «Prima del 2010 avevo già chiesto a Sara di giocare insieme stabilmente in doppio – racconta Robertina Vinci – ma lei al tempo era impegnata con altre giocatrici…». La coppia più bella del mondo, Sara Errani e Roberta Vinci, ieri ha vinto gli Australian Open battendo in tre set (6-2 3-6 6-2) le due ragazze di casa, Casey Dellacqua e Ashleigh Barty. A questo punto, lanciati in aria i cappelli per il terzo Slam vinto dalla premiata ditta dopo il Roland Garros e gli Us Open del 2012, c’è quasi da mangiarsi le unghie.
Ah, chissà se avessero iniziato a dividersi prima il capo, le due Cichi, la numero 1 e 2 del ranking mondiale, che il vero capolavoro del torneo lo hanno firmato nei quarti seccando Serena e Venus Williams. Del resto il doppio è fatto di tempo, di conoscenza reciproca. E’ questione di feeling, di sesti sensi, di colpi di fulmine, di occhiate e pensieri condivisi. Una coppia vincente è una società, una mezza famiglia. Non a caso le Williams – tredici Slam insieme, il duo più forte degli ultimi 10-15 anni – e i Bryan, i numeri uno in campo maschile, sorelle o gemelli (nel caso di Bob e Mike) lo sono davvero. Sara e Roberta sorelle ormai lo sono diventate. Molto del merito va a Corrado Barazzutti.
«La prima partita insieme l’abbiamo giocata in Fed Cup, a Orleans nel 2009 contro la Francia – spiega Sara – Corrado ci ha chiesto di giocare a risultato acquisito, poi è ricapitato. La prima volta che abbiamo scelto noi di fare coppia nei tornei Wta è stata invece a Hobart, nel 2010. Siamo arrivate in semifinale, e abbiamo deciso di continuare». Ne è valsa la pena. Volée dopo volée, risposta dopo risposta, Erranivinci, due corpi e un’anima quando si tratta di tennis, ma anche di tempo libero, sono diventate la coppia più forte del mondo e la più titolata nella storia del tennis italiano. Solo Pietrangeli e Sirola, nel ’58 a Parigi, avevano vinto prima di loro un doppio “all italian” nello Slam. Le due Cichi sono a quota tre, con 20 vittorie e 1 sola sconfitta – a Wimbledon con le ceche Hlavackova-Hradecka – negli ultimi 12 mesi di Slam.
Nel circuito Sara e Roberta viaggiano con i rispettivi coach, Pablo Lozano e Francesco Cinà, una famiglia allargata, nomade, sorridente. Stessi tornei, stessi ristoranti, vacanze comuni (alle Maldive a fine 2012), stessi divertimenti («il nostro sogno è andare a una puntata di “Amici”»). Caratteri diversi, ma complementari. «Sara si arrabbia e dopo cinque minuti le è passata – spiega Roberta – io purtroppo intigno. Ma quando sono giù Sara se ne accorge subito». Un incastro perfetto anche sul campo. «A me poi piace stare più a fondo, gestire lo scambio – spiega Sara – Robi preferisce giocare a rete». Sara è una «saracinesca», scherza Roberta, «io mi diverto con qualche tocco».
Per tifare per l’amica Roberta, dopo il Master 2012 è volata fino a Sofia, dove si giocava il maserino, in Australia dopo la sconfitta in singolare si è allenata alla mattina prestissimo per assistere ai match della Vinci. Anche ieri si sono divise compiti e momenti in campo, quando una calava l’altra saliva. «Segno che siamo una coppia veramente affiatata», ribadisce Sara. Davanti hanno la chance di chiudere il “Cichi Slam”, alla collezione manca solo Wimbledon, dove l’anno scorso versarono lacrime anche alle Olimpiadi contro le Williams. «No, al Grande Slam non ci pensiamo», mente Sara, birichina. E con i 475.000 mila dollari di premio, che regalo pensate di farvi? «Io farò un regalo a Sara Errani, che mi ha fatto vincere gli Australian Open», chiude con una volée Roberta, prima di dare un “cinque” a Saretta. Un’amica vale un tesoro, no?
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