Ce la ricordiamo tutti Marilyn Monroe, inguainata nel famoso e supersexy vestito rosa carne, che davanti al microfono cantava languida e gattosa “Happy birthday, mister President” per il suo John Fitzgerald Kennedy. Altri tempi, altre discipline. E soprattutto altri presidenti, probabilmente meno carismatici: stiamo parlando di Juan Manuel Santos – JMS se preferite – il Presidente della Colombia, che dopo aver appreso che Yuri Santos a Londra aveva vinto la prima medaglia olimpica nel judo per la Colombia, bronzo nella categoria sotto i 70 chilogrammi, ha deciso di impugnare la cornetta e comporre il numero della sua atleta per congratularsi. Non gli è andata però benissimo. Dall’altra parte infatti si è sentito rispondere “sorry, mister President”, e poi un imbarazzante click ha messo fine alla conversazione. Motivo: la Alvear era troppo occupata per fare due chiacchiere con il Capo (dello Stato). «Non potevo proprio parlargli – ha spiegato Yuri, metà fra il divertito e l’imbarazzato – perché mi ha chiamato mentre stavo avviandomi alla cerimonia di premiazione. Però gli ho detto che l’avrei richiamato appena fosse finita». Il barone tennista Gottfried von Cramm nel ‘37 fece ritardare l’inizio di una finale di Wimbledon per rispondere a Hitler, ma fortunatamente in democrazia si può anche far aspettare il potente di turno. Oppure, a scelta, dire no al cestista più famoso del mondo, LeBron James. A rifiutare un invito a cena dalla stella di Miami, a Londra con il Dream Team Usa invece è stata, a stare a quello che la stessa interessata ha postato su Twitter, la nuotatrice americana Lauren Purdue. «Mi ha chiesto, vuoi venire a cena con me al ristorante del Villaggio?», ha spiegato. «Ma gli ho risposto che non potevo perché al villaggio c’è il coprifuoco». Forse è una tifosa dei Cleveland Cavaliers.
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